La tenzone elettorale
La sfida tra Pd e Pdl giocata
con molti slogan e poche novità.
Veltroni rilancia il progetto edilizia e
infanzia del governo Prodi,
Berlusconi rispolvera le tre “i”
Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi
del 4.3.2008
Molti degli obiettivi rappresentano una
prosecuzione del passato. Per il leader del Partito democratico,
Walter Veltroni, il passato è quello del governo Prodi, che
riecheggia nel documento finale del programma elettorale (anticipato
da ItaliaOggi martedì scorso e integralmente disponibile sul sito
del Pd); per il numero uno del Partito della libertà, Silvio
Berlusconi, il passato è invece quello del suo governo e di quel
programma che allora, dal 2001 al 2005, ha visto in campo il
ministro dell'istruzione e università, Letizia Moratti. E così
rispunta -è il programma veltroniano- il piano di rilancio
dell'edilizia scolastica, avviato dal sottosegretario
all'istruzione, il diessino Gaetano Pascarella, sotto il motto «una
scuola più bella», l'estensione del servizio per l'infanzia,
l'innalzamento dell'obbligo scolastico fino a 18 anni, la
valorizzazione della professione docente (un ampio resoconto di
quanto fatto e avviato da Fioroni è analiticamente rintracciabile
sul sito
www.scuolanews forminform.it/governoprodi/prodi.htm)
Il Pdl dal canto suoritira fuori le tre “i” che hanno
contraddistinto la gestione della Moratti: inglese, impresa,
informatica. A proposito del personale della scuola, Berlusconi ha
confermato su tutta la linea le priorità annunciate nei giorni
scorsi dal suo ex sottosegretario, Valentina Aprea: «Commisurare gli
aumenti retributivi a criteri meritocratici con riconoscimenti agli
insegnanti più preparati e più impegnati».
Berlusconi ha sottolineato poi la difesa «del nostro patrimonio
linguistico, delle nostre tradizioni e delle nostre culture anche
per favorire l'integrazione degli stranieri»; libera, graduale e
progressiva trasformazione delle università in fondazioni
associative, aperte ai contributi dei territori, della società
civile e delle imprese, «garantendo a tutti il diritto allo studio»;
rafforzamento della competizione tra atenei, premiando, precisa
Berlusconi, «qualità e risultati», realizzazione dei 'Fondi dei
fondi' «per finanziare gli investimenti in ricerca sul modello di
quanto realizzato in Francia».
Il candidato premier del Pd ribatte ripartendo dalla didattica: giù
i temi, viva il racconto. «La scuola ha ancora una impostazione
ottocentesca; come è possibile per esempio che ad un ragazzo che va
a scuola l'unica forma di creatività che gli si chiede sia il
tema?», si chiede Veltroni. Dichiarazioni, le sue, che hanno creando
in verità un po' di reazioni contrarie proprio a sinistra. «Nella
scuola italiana sono i finanziamenti ad essere ottocenteschi, il
tema non è l'unica forma espressiva in uso nella scuola da un
pezzo», commenta Alba Sasso di Sinistra arcobaleno. Sulfureo il
filosofo Massimo Cacciari: quelle di Veltroni? «Solo sciocchezze!»