Agli scrutini come alle battaglie dell’Isonzo? di Claudio Cereda, da ScuolaOggi del 13.3.2008
Sono usciti i dati, elaborati dal ministero, sugli scrutini del primo quadrimestre nella secondaria superiore. Viene da piangere. In media 7 alunni su 10 hanno insufficienze e, sempre in media, ne hanno 4 ciascuno; ma il tragico viene dopo quando si va a vedere la situazione delle materie e dei tipi di scuola. Vediamo qualche esempio: liceo scientifico il 65 per cento ha matematica; psicopedagogico il 70 per cento ha lingua straniera; linguistico l’84 per cento ha lingue straniere; nei tecnici e nei professionali il quadro è addirittura drammatico con oltre il 50 per cento di italiano, oltre il 60 per cento di matematica, tra il 70 e l’80 per cento di lingua straniera, oltre l’80 per cento (e si va al 90 nei tecnici) per le discipline tecnico professionali. E’ un quadro da fallimento su tutta la linea e non basta osservare, come fa il ministro, che di solito nel II quadrimestre la situazione migliora. Il malato aveva l’influenza; sono stati presi dei provvedimenti e adesso gli esami clinici ci dicono che è in coma. Mi vengono in mente alcune ipotesi.
Mi risulta che siano stati pochi i Collegi
Docenti ad aver deliberato forme di riorganizzazione della didattica
che prevedessero il “fermo macchina” ed un lavoro diversificato che
comprendesse la ristrutturazione delle classi.
Io mi occupo di matematica e di fisica e dunque mi esprimo su quel che so. C’è un problema di mancanza di senso in quel che si insegna. Si fanno le cose seguendo l’indice del libro, ci si interroga poco su cosa sia una didattica di qualità. Se le percentuali sono così drammatiche, caro ministro, non ci si può affidare ai collegi docenti e neanche ai dipartimenti di materia. Servono indicazioni nazionali precise e un grosso lavoro di formazione e rimotivazione. I dipartimenti di materia cosa possono dire quando l’89% degli studenti dei tecnici è insufficiente nelle materie tecniche? Il fatto che in ogni ordine di scuola la “materia killer” sia quella qualificante è un segnalo chiaro: stiamo tutti lavorando contro la motivazione, c’è confusione, servono provvedimenti e non chiacchiere. Per questa ragione come redazione abbiamo scelto di ripubblicare un pezzo di qualche mese fa sull’insegnamento della matematica.
Fino a qualche anno fa esistevano nelle scuole i “corsi” nei quali docenti allenati collaboravano da anni e imprimevano alla didattica un “taglio”. Magari c’erano rischi di unilateralità o eccessi di diversificazione all’interno di una stessa scuola ma i libri di testo adottati, i criteri di promozione, gli obiettivi generali erano chiari e condivisi e c’era affiatamento tra colleghi di materie diverse. Tutto ciò è stato distrutto dalla scelta delle 18 ore per tutti (anche a costo di disarticolare gli insegnamenti). Il risultato (in assenza dell’organico funzionale) è che l’assegnazione ai docenti alle classi si fa a fine agosto, che per alcune materie non c’è né continuità né condivisione, che i libri di testo (nel permanere dei riti previsti dalle norme) vengono adottati a caso e sono molto spesso non condivisi da chi se li trova in adozione.
C’è qualche correlazione tra il risultato
disastroso e la introduzione dell’obbligo a 16 anni che ha
comportato in qualche caso la realizzazione di classi di parcheggio?
Mi pare una domanda legittima. |