Il ministro Fioroni presenta il decreto, ma è inutile:
a Camere sciolte non entrerà in vigore

Tecnici, riforma di fine governo.

Drastica cura dimagrante: dagli attuali 313 indirizzi a 10

Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 4.3.2008

 

Un affondo di fine legislatura. Il restyling degli istituti tecnici e professionali -la seconda gamba della riforma delle scuole superiori- era in cantiere per questa primavera, la commissione di studio al lavoro da molti mesi. Tutto ormai era pronto e il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, ha deciso di non rinunciarvi. Il decreto sarà comunque presentato al parlamento anche se, a camere sciolte, non potrà essere esaminato per il necessario parere delle commissioni competenti. Insomma, il decreto rischia di essere un monito a futura memoria, nel caso in cui le prossime elezioni dovessero sancire la vittoria del centrodestra. «Ma saremmo stati poco credibili se avessimo lasciato le cose a metà», replica il viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico.

Il regolamento prevede una cura dimagrante molto drastica per gli istituti in questione che Fioroni, come primo atto del suo mandato, aveva riportato nell'alveo dello stato sottraendoli alla competenza regionale paventata dall'impalcatura di Letizia Moratti. Attualmente gli indirizzi tecnici e professionali sono 348, diventeranno, secondo il regolamento, 19. I tecnici passeranno da 313 a 10 (meccanica; elettrotecnica ed elettronica; informatica e telecomunicazioni; chimica; sistema moda; costruzione e ambiente; trasporti e logistica; biotecnologie e agroalimentare; comunicazione; economia, commercio e turismo). I professionali da 35 a 9 (agricoltura e agroindustria; industria meccanica; industria elettrico-elettronica; chimica; abbigliamento; artigianato; servizi economico-aziendale; servizi turistici; servizi alla persona). I più gettonati oggi sono il professionale alberghiero, scelto da 140 mila alunni nell'anno in corso, seguito dall'industriale, con 172 mila iscrizioni; per i tecnici, il comparto più nutrito è quello per geometri, con 287 mila iscritti, l'industriale, che ha 284 mila frequentanti, e il commerciale, a quota 150 mila.

Dal confronto europeo, la commissione di studio presieduta da Felice De Toni ha evidenziato che l'Italia è l'unico paese a detenere un sistema di istruzione tecnica e professionale così frammentato, con «la duplicazione inutile di offerte e percorsi formativi». Nel nuovo schema, gli istitui tecnici hanno l'obiettivo di far acquisire la padronanza dei quadri scientifici e dello sviluppo delle tecnologie, mentre i professionali dovrebbero focalizzarsi sulle dimensioni applicative delle tecnologie. Per tutti è previsto un percorso quinquennale (con la possibilità per i professionali di uscite dopo tre anni e ingresso diretto al lavoro) e un orario medio settimanale di 32 ore obbligatorie, alle quali le scuole potranno aggiungere ulteriori spazi (in media del 20%), in particolare per i laboratori. La sforbiciata della durata delle lezioni non è da poco, visto che attualmente ci sono indirizzi che arrivavano alle 40 ore settimanali, e risponde a un duplice obiettivo: evitare la parcellizzazione delle materie; ridurre il personale e dunque i costi per gli organici.

Alla fine del ciclo di studio i titoli conseguiti (di perito per i tecnici, di tecnico per i professionali) consentiranno l'accesso sia al mondo del lavoro sia all'università che agli istituti di alta formazione.

Ora bisognerà vedere che fine farà la riforma così delineata.

Nei giorni scorsi, Fioroni si è lanciato in una proposta al centrodestra per una pax politica post elettorale. «È caduto il muro di Berlino, è caduto pure il festival di Sanremo, sarebbe ora che la politica la smettesse di litigare sulla scuola», ragionava Fioroni. Guai a parlare però di inciucio, pastrocchio o governo delle larghe intese, Fioroni preferisce la formula della «condivisione di obiettivi su cui orientare la bussola». Dal 1989 a oggi nella scuola si sono susseguiti 14 ministri, sei linee politiche, sei riforme degli esami, tre riforme dell'intera impalcatura scolastica... L'ultima, proprio quella targata Fioroni.