Scuola e istruzione,
programmi a confronto.

di F.Milano, da Il Sole 24 Ore del 3.3.2008.

 

È anche sull'istruzione che si gioca la partita elettorale tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni. E se il primo riparte dalle tre "i" (inglese, impresa e informatica), il secondo punta ad aumentare il numero di ore di insegnamento della matematica.


Popolo delle Libertà

Il programma di Berlusconi sul fronte dell'istruzione ricalca quello della scorsa campagna elettorale. Il leader dello schieramento che si contrappone al Pd ribadisce l'importanza dell'inglese, dello studio del mondo economico e dell'informatica. Ma allo stesso tempo propone azioni in difesa del patrimonio linguistico, delle tradizioni e della cultura italiana anche per favorire l'integrazione degli stranieri.

Nel programma di Berlusconi ci sono anche gli
aiuti economici agli studenti meritevoli meno abbienti e gli aumenti retributivi agli insegnanti più impegnati e preparati.

Anche sul fronte universitario Silvio Berlusconi promette grandi novità: la prima riguarda la graduale trasformazione delle università in
fondazioni associative aperte ai contributi dei territori, della società civile e delle imprese. Il Pdl, inoltre, intende rafforzare la competizione tra atenei, premiando qualità e risultati.

In tema di ricerca, poi, la proposta è quella di ricalcare quanto realizzato in Francia con i "
Fondi dei fondi" per finanziare gli investimenti in ricerca.

Berlusconi promette anche di inserire una progressiva
detassazione degli utili reinvestiti in ricerca e innovazione tecnologica e di promuovere le cosiddette "cittadelle della cultura e della ricerca", con il concorso del pubblico e dei privati, per lo studio delle eccellenze italiane e lo sviluppo di piani e strategie per la valorizzazione delle produzioni tradizionali.



Partito Democratico

Walter Veltroni riparte della matematica e dall'esigenza di compensare le conoscenze scientifiche degli studenti italiani rispetto alla media dei Paesi dell'Ocse. Più ore di matematica, dunque, ma anche più insegnanti preparati: l'obiettivo è quello di comare la lacuna entro la legislatura. Ma il Pd guarda anche all'inglese e intende sperimentare l'insegnamento in lingua inglese di una materia curricolare.

Più in generale, il programma del Partito Democratico sulla scuola si propone di assicurare il "successo educativo" a tutti i ragazzi fino ai sedici anni, e di portare al diploma almeno l'85% degli studenti. Nelle linee guida, anche l'azione di rilancio degli istituti tecnici e professionali di Stato.

Veltroni punta a dare maggiore libertà alle scuole che "devono poter disporre della
flessibilità necessaria nell'orario, nella promozione della formazione degli insegnanti (anche attraverso periodi sabbatici) e nella gestione degli organici, per reggere l'innovazione didattica e organizzativa necessaria".

In caso di vittoria elettorale Veltroni promette di portare avanti il programma nazionale per l'
edilizia scolastica di Prodi. Dopo aver messo in sicurezza gli edifici, questi dovranno – nelle intenzioni del leader del centro sinistra – diventare dei veri e propri "campus della scuola dell'obbligo" utilizzabili anche la sera riportare i genitori e gli adulti a studiare e per promuovere attività extrascolastiche per i ragazzi. Cento di questi campus dovranno essere pronti per il 2010.

Per quanto riguarda l'università, il Pd vuole la
riduzione del numero di sedi universitarie e la promozione della la loro specializzazione in poche discipline, per raggiungere livelli di eccellenza.

La modernizzazione degli atenei, secondo i Pd, passa attraverso l'
autonomia finanziaria e la competizione tra università.

Nel programma Veltroni promette più soldi per gli atenei: "Vogliamo portare in 10 anni il trasferimento pubblico per l'università e la ricerca al livello dei Paesi più attivi e vitali nell'economia globale, ma far sì che una quota crescente, fino ad arrivare almeno 30%, sia trasferita tramite
valutazione, avvalendosi dell'Agenzia Nazionale della Valutazione dell'Università e della Ricerca istituita dal Governo Prodi".

E, infine, spazio ai
giovani ricercatori, sui quali il Pd è intenzionato a investire.