Chiuso il I quadrimestre
ecco la sorpresa dai primi dati
lezioni extra per due milioni di studenti. Ma mancano i fondi
Il caos dei corsi di recupero.
7 ragazzi su 10 con "debiti".
I problemi organizzativi
sembrano a tratti insormontabili
Salvo Intravaia, la
Repubblica
6.3.2008
ROMA - Monta la
protesta contro i "corsi di recupero". Il primo quadrimestre si è
concluso il 31 gennaio ed è tempo di bilanci. Dopo gli scrutini,
presidi e insegnanti hanno fatto i conti con i "nuovi debiti"
scolastici: le insufficienze nella pagella del primo quadrimestre di
cui la scuola, alla luce delle novità introdotte dal ministro della
Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, deve farsi carico. I primi
dati, non ancora ufficiali, sono davvero sconfortanti.
Coloro che hanno riportato almeno una insufficienza sono il 75/80
per cento: quasi 2 milioni di ragazzi per i quali gli istituti
devono organizzare il "recupero" portando a termine la normale
attività didattica. Un dato che non deve sorprendere: l'anno scorso,
il 50 per cento degli studenti italiani è stato bocciato o promosso
"con debito" e nel primo quadrimestre le valutazioni sono sempre più
basse. Al liceo classico Manzoni di Milano i ragazzi che dovranno
recuperare sono 611 su 835, il 73 per cento. "Organizzare i corsi -
ammette il preside, Luigi Barbarino - è stata una cosa pazzesca".
Percentuale che sale all'80 per cento al tecnico industriale Marie
Curie di Napoli e all'85 per cento al Volta di Palermo. La novità è
che, quest'anno, la scuola deve attivarsi subito perché a giugno gli
studenti che mostreranno lacune non saranno più "promossi con
debito": resteranno nel limbo con la "sospensione" del giudizio. Il
nodo sarà sciolto solo a fine agosto, dopo che gli studenti avranno
seguito i corsi di recupero estivi e saranno stati sottoposti ad un
esame finale. Così, il provvedimento che stringe la morsa sul
superamento dei debiti scolastici ha messo d'accordo tutti: alunni,
genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, tutti contro Fioroni.
I primi a scendere in piazza sono stati gli studenti. Oggi, sarà la
volta dei professori di Roma che si riuniranno in assemblea al liceo
classico Mamiani e per il 18 marzo i Cobas hanno indetto uno
sciopero della prima ora di lezione. Mille le perplessità avanzate,
sulla questione, dagli insegnanti: stabilità degli organici, ferie e
rischio, efficacia dei corsi di 15 ore, solo per citarne alcune. Una
settimana fa, a Torino si è svolta una iniziativa "intersindacale",
qualche giorno prima la protesta era scoppiata a Genova. E ieri a La
Spezia è scoppiato il caso degli studenti "retrocessi di classe",
con una quindicina di alunni dell'istituto professionale Chiodo che,
a causa di debiti pregressi non saldati, non sanno se potranno
sostenere gli esami di maturità. "Non c'è stata nessuna
retrocessione di classe", spiega la preside, Rosanna Cipollina, che
ammette: "Ci sono delle criticità nel percorso scolastico di alcuni
alunni che, per il bene degli stessi ragazzi, stiamo valutando con
gli ispettori ministeriali".
Il tutto, mentre si moltiplicano le "mozioni" di interi collegi dei
docenti che da Nord a Sud chiedono all'inquilino di viale Trastevere
di ritirare l'ordinanza ministeriale 92 che regola il recupero dei
debiti. Solo a Roma le scuole che hanno sfiduciato il ministro sono
ormai una decina. Molte le perplessità avanzate anche dai presidi
alle prese con la difficile quadratura del cerchio. "Le proteste non
mi meravigliano - dichiara Giorgio Rembado, presidente
dell'Associazione nazionale presidi - Abbiamo apprezzato il decreto
che obbliga gli studenti a recuperare i debiti entro l'anno. La
successiva ordinanza che ha privilegiato come forma di recupero il
corso di 15 ore imbriglia le scuole.
Quando i ragazzi sono carenti nel metodo di studio, a cosa serve il
corso?". E ancora. "Come faranno - si chiede Rembado - gli studenti
che hanno riportato insufficienze in più materie?". I fondi per
organizzare i corsi "sono insufficienti o solo promessi alle
scuole", dice Wolfango Pirelli, della Flc Cgil. "Ci risulta -
continua - anche un'impennata delle lezioni private". Per questa
prima tornata di corsi, una scuola di medie dimensioni deve
anticipare 60 mila euro. Di fronte alla prospettiva di vacanze
estive a singhiozzo e allo spauracchio di costose lezioni private,
anche i genitori criticano la norma sugli "esami di riparazione".
"È un problema organizzativo", dichiara Angela Nava, del
Coordinamento genitori democratici - Con tante ore settimanali di
lezione e molte discipline, per gli studenti degli istituti tecnici
e professionali recuperare diventa difficile: 15 ore sono poche
soprattutto se rivolte a gruppi numerosi". In alcune scuole i corsi
saranno pomeridiani, in altre per consentire il recupero si
osserverà un periodo di sospensione delle normali lezioni. Ci sono
poi gli istituti che hanno optato per soluzioni miste, magari con
sportelli didattici" e "didattica differenziata".
"Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza culturale - dice la
preside del Curie, Maria Filippone - I ragazzi con gravi lacune sono
tantissimi e i corsi rischiano di essere un duplicato della lezione.
Occorre una riqualificazione della docenza". E gli studenti? "Ho 5
insufficienze - dice Tiziano G, studente del Salvemini di Palermo -
non conosco ancora le modalità di recupero ma non potrò certo
seguire 5 corsi".
I ragazzi criticano anche le modalità del supporto/recupero. "Molti
docenti si rifiutano di fare i corsi: nella mia scuola 20 insegnanti
su 50 sono esterni", spiega Ilenia, studentessa del linguistico
Villari di Napoli. In altre scuole il recupero è concentrato di
mattina in una o due settimane o nel pomeriggio fino alle 18. "Come
può recuperare un ragazzo che segue 4 corsi con i professori che
vanno avanti col programma?", si chiede la studentessa che definisce
"drammatica" la situazione. "In alcune scuole i corsi sono previsti
- denuncia Valentina Giorda, dell'Unione degli studenti - solo per
coloro che hanno valutazioni dal 4 in giù. Chi ha 5 dovrà ricorrere
alle lezioni private".
(6 marzo 2008)