Disagio mentale degli insegnanti: da Tuttoscuola, 21 maggio 2008 Solo il 5% dei dirigenti scolastici è in grado di operare efficacemente in presenza di casi di disagio mentale professionale (DMP) nei quali siano coinvolti insegnanti delle loro scuole, e solo l'1% ha risposto correttamente a tutte le 20 domande contenute nel questionario predisposto ad hoc dal dr. Vittorio Lodolo D'Oria, noto esperto della materia e responsabile del settore "Scuola e Sanità" della Fondazione IARD, cui si devono importanti ricerche sulla condizione degli insegnanti. Sono questi alcuni dei dati più sconcertanti emersi in occasione della presentazione dell'indagine, promossa dall'ANP, svoltasi alla Camera questa mattina con la partecipazione dell'on. Valentina Aprea per il PDL, autorevole candidata a presiedere la commissione Cultura della Camera (si voterà domani), e della sen. Maria Pia Garavaglia, ministro dell'istruzione nel governo ombra costituito dal PD. L'indagine ha coinvolto 1412 soggetti (1124 dirigenti scolastici e 288 collaboratori), ed è stata voluta dall'ANP, come ha spiegato il presidente dell'associazione, Giorgio Rembado, per aiutare i dirigenti scolastici a fronteggiare più correttamente ed efficacemente i sempre più numerosi casi di burn-out e di vera e propria malattia psichiatrica che colpiscono i docenti della scuola italiana. La sen. Garavaglia, che è stata in passato anche ministro della Sanità, ha preso atto con sorpresa del fatto che le patologie psichiatriche costituiscano di gran lunga la più rilevante causa di malattia invalidante degli insegnanti (circa il 70% del totale), e si è impegnata ad operare sui due fronti, quello della scuola e quello della sanità e delle ASL, competenti in materia di certificazione dell'invalidità. L'on. Aprea ha ampliato l'analisi dell'origine del problema a una serie di altri fattori come la rigidità dei curricoli (che dovrebbero essere resi più flessibili e personalizzabili), la mancanza di incentivi e di una vera carriera professionale per i docenti, lo scarso coinvolgimento delle famiglie, dovuto al fatto che si nega loro una vera libertà di scelta all'interno di un'offerta formativa che continua ad essere statica, uniforme, gerarchizzata.
Rispondendo a una domanda di Tuttoscuola il presidente Rembado non
ha escluso che in futuro si possa dedicare un'apposita indagine
anche al DMP dei dirigenti scolastici. La prossima tappa, dopo
questa sulla percezione e prevenzione del fenomeno da parte dei DS,
riguarderà però gli insegnanti. |