A 14 anni gambizza il suo prof.
L’insegnante:«Un incosciente ma so che non
voleva farmi del male»
Mariana Rembaudo La Stampa del
4.5.2008
GENOVA
Pagherà cara la sua «bravata» lo studente di 14 anni della scuola
media di Cicagna, nell’entroterra di Chiavari, che martedì scorso,
armato di una pistola giocattolo ad aria compressa, ha sparato ad un
professore, Salvatore Carambiaa, 55 anni, docente di educazione
tecnica, colpendolo alla gamba destra con un proiettile di gomma
dura. Il ragazzino è stato sospeso per dieci giorni dalle lezioni, a
partire da domani. Non solo: il preside Aldo Martinis, dopo essersi
consultato con l’Ufficio scolastico provinciale di Genova (l’ex
provveditorato), ha anche querelato il baby sparatore e i
carabinieri hanno già trasmesso gli atti al Tribunale dei Minori di
Genova. I reati contestati allo studente sono violenza privata (per
gli spari), minacce (per le intimidazioni rivolte agli alunni
testimoni del fatto) e «inosservanza delle disposizione delle
autorità» (per aver portato un’arma a ridotta potenzialità offensiva
in libera vendita all’interno della scuola). La madre del
quattordicenne è stata invece segnalata al Tribunale ordinario di
Chiavari, in quanto ha la patria potestà sul figlio.
Le scuse
Ora il ragazzino piange e cerca di
scusarmi dicendo che non aveva assolutamente intenzione di colpire
l’insegnante, «volevo solo fare vedere come ero bravo con la
pistola-giocattolo» si giustifica in lacrime, quando si è reso conto
di averla fatta grossa. E ripete queste stesse parole ai carabinieri
che stanno indagando su quello che è accaduto il 29 aprile . Quel
giorno la maggior parte degli studenti non era presente in classe:
molti ragazzi erano in gita scolastica. Nell’istituto c’erano solo
alcuni insegnanti e una manciata di alunni. Il quattordicenne si è
recato a scuola, come ogni giorno. Solo che questa volta, nello
zaino aveva messo una pistola ad aria compressa, caricata con
pallini di plastica dura, di quelli utilizzati nelle simulazioni di
guerra. Una volta in aula, nel corso della ricreazione, il
giovanissimo allievo ha estratto l’arma-giocattolo ed esploso un
paio di colpi, quindi è uscito nel cortile, dove ha premuto il
grilletto altre due volte, colpendo con un pallino di gomma
l’insegnante che ha riportato un po’ di bruciore ed un livido alla
gamba destra. Una ragazzata, per dimostrare le proprie capacità
ripete lui; un atto di bullismo per intimidire i compagni più
giovani sospettano i carabinieri, forse per qualche precedente
intemperanza del giovanissimo amante delle armi.
La punizione
«Non volevo ferire nessuno, ho sparato a casaccio - spiega ora -.
Quando ho capito cosa avevo fatto sono scappato a casa. Chiedo scusa
a tutti». Il preside, però, dopo un’indagine interna, ha scelto la
linea dura: sospensione e denuncia. «Si tratta di un fatto grave -
ha spiegato - anche se, purtroppo, non è che l’ultimo episodio di "bullismo".
Ad ogni modo, il buon nome della scuola non deve essere intaccato da
un gesto sconsiderato come questo. La struttura funziona bene, ha
ottimi insegnanti e alunni diligenti, così come il resto del
comprensorio di Carasco». «Sono certo che quell’allievo non
intendesse colpirmi - racconta il professor Carambia -. E’ un
ragazizno difficile, con qualche precedente disciplinare ma nulla di
grave. Con lui ho sempre avuto un buon rapporto, come con tutti i
miei studenti. Insegno dal 1979 e mai mi era capitata una cosa del
genere». Più che di bullismo, il docente ferito preferisce parlare
di «incoscienza» anche se, aggiunge, «il fatto grave è aver portato
la pistola in classe, e anche averla usata».