La deriva dell'Italia e della scuola.

da TuttoscuolaNEWS, n. 342, 5 maggio 2008

è uscito in questi giorni "La deriva. perché  l'Italia  rischia  il naufragio" (Rizzoli), il nuovo volume di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, che segue "La Casta", il caso editoriale del 2007.  Il  libro non tradisce le attese. Con disarmante  chiarezza,  con  ricchezza  di dati  mette  a  nudo  la  perdita   di   competitività   dell'Italia, acceleratasi negli ultimi dieci anni. Un Paese  straordinario,  capace di scrivere la Costituzione in 270 giorni e di costruire l'Autosole in soli 8 anni, ricco di talenti e di eccellenze, che appare  ormai  alla deriva.

Un'analisi a 360 gradi, spietata, che segue un filo rosso,  di  crisi, che   attraversa   molti   settori   della   vita   nazionale,   dalle infrastrutture all'energia, dalla sanità alla  politica,  ovviamente, ritenuta  prigioniera  delle  proprie  contraddizioni  e  dei   propri privilegi al punto da non riuscire più  a  governare.  E  uno  spazio rilevante nell'inchiesta dei  due  giornalisti  del  "Corriere  della sera" è rivolto alla scuola.

"Il capitale umano è tutto nelle società moderne.  Ed  è  lì  che vedi come una scuola alla deriva sia lo  specchio  di  un  Paese  alla deriva".  Stella  e  Rizzo,  partendo  dai  modesti  risultati  degli studenti nelle classifiche internazionali, ritengono ci sia  stato  un crescente e suicida lassismo  nella  scuola  e  attaccano  il  "patto scellerato" che si sarebbe stretto tra Stato e classe  docente:  "tu mi paghi poco e mi chiedi poco", che  ha  portato  a  un  sistema  di inserimento e di  gestione  degli  insegnanti  "indifendibile".  Gli autori ricordano però, citando più volte  dati  di  "Tuttoscuola", che i docenti italiani sono  pagati  meno  della  media  europea,  che operano in un contesto  sociale  difficile,  che  l'Italia  spende  in istruzione meno degli altri principali paesi. E  che  la  politica  ha colpe enormi e che una volta incassati  i  voti  del  personale  della scuola, "se ne  infischia  (salvo  eccezioni)  di  “com'é” la  scuola funzioni".

Certo, si tratta di una lettura per molti versi deprimente, tanti sono i dati, gli esempi che dimostrano il declino del nostro Paese. Suscita sconforto, ma anche rabbia  vedere  documentato  come  l'Italia  abbia perso posizioni in tanti campi.

Ma per uscirne va presa consapevolezza delle debolezze,  delle  troppecose che non vanno. "Come raddrizzi la rotta,  a  un  Paese  come  il nostro? - si  chiedono  Rizzo  e  Stella.  Come,  se  non  tornando  a governare  sul  serio,  con  un  senso  condiviso  del  bene   comune, smettendola con  gli  scontri  inutili  e  di  bottega  ma  anche  coi compromessi a ogni costo?"