La proposta Il ministro a Palermo: «Va
ripristinata in modo forte».
La Gelmini: Giulio Benedetti Il Corriere della Sera del 24.5.2008 ROMA — Contro il bullismo più educazione civica. «L'ora di educazione civica va ripristinata in modo forte», ha annunciato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, a Palermo per commemorare insieme a migliaia di studenti l'anniversario della strage di Capaci. «Non deve essere un'ora di svago, ma un momento in cui i giovani riscoprano l'appartenenza allo Stato — ha spiegato —. La scuola ha un ruolo fondamentale nell'insegnare la legalità. Stiamo organizzando una piccola task force per dare risposte non banali al problema del bullismo ». Assisteremo al riscatto dell'educazione civica? Introdotta nelle medie e superiori nel 1958 da Aldo Moro, la materia avrebbe dovuto essere presente in ogni insegnamento, riflettersi nell'organizzazione della vita della scuola e assumere dei contenuti da affidare all'insegnante di Storia: in tutto due ore al mese, senza però alcuna valutazione. L'ininfluenza sul profitto ha indebolito la disciplina rendendola sempre più marginale. Nel 1996, era ministro dell'Istruzione Lombardi, il sottosegretario Luciano Corradini tentò di rilanciarla, ma cadde il governo. Il ministro Moratti la ribattezzò educazione alla cittadinanza, affiancandole altre cinque educazioni (ambiente, salute, sicurezza stradale, alimentazione, affettività e sessualità). Infine con Fioroni un nuovo cambiamento: i valori costituzionali vanno riproposti in ciascuna materia. Conclusione: i libri di educazione civica da anni finiscono intonsi sui banchi dei mercatini dell'usato. «Colpa dei docenti di storia che non hanno più tempo per occuparsi della Costituzione e del ministero che non ha concesso l'autonomia a questa disciplina », sostiene Corradini. L'esplosione del fenomeno «bullismo» ora riapre il dibattito sull'efficacia dell'attività educativa della scuola. Ma cosa intende il ministro quando propone di ripristinare l'educazione civica «in modo forte»?
Per il linguista Tullio De Mauro non serve una
nuova materia. «Non c'è uno spazio autonomo per l'educazione alla
cittadinanza — spiega —. I contributi vengono da tante materie.
Quando, per esempio, si insegna bene la storia di questo nostro
paese i fantasmi del razzismo appaiono in tutta la loro canagliesca
ridicolaggine». «Quando capiamo da quante confluenze di culture e
popolazioni diverse ci siamo venuti formando nei secoli — continua
De Mauro — questo dovrebbe dirci che l'altro, il temuto altro, sta
in mezzo a noi. Tutto questo ed altro ci possono insegnare una buona
storia e una buona geografia più che una specifica educazione». «Ben
venga l'Educazione civica — afferma il presidente dell'Associazione
dei presidi, Giorgio Rembado — se individua obiettivi e non si torna
ai programmi imposti dal ministero». |