LE REAZIONI
Studenti e prof bocciano «I liceali»:
I ragazzi contro la fiction: non siamo
arroganti e ignoranti, venite a vedere. Gioia Salvatori, da l'Unità del 18.5.2008 Oddio no, non mi dire che è ancora per la fiction siamo stati tutto il giorno il classe a litigare, basta!» - esclama Cecilia, faccia acqua e sapone, tanta irritazione e niente mezzi termini. Divisi tra indulgenti, quelli che dicono che in fondo è finzione, e intransigenti, gli studenti del liceo classico Mamiani di Roma centro della fiction I liceali non vogliono più sentir parlare. «Ritratto macchiettistico e forzato, pieno di cliché che, per altro, proprio non ci riguardano», è il giudizio inclemente e generalizzato sulla fiction di Canale 5 girata la scorsa estate nello storico liceo di Roma centro, già set per L’innocente di Luchino Visconti, Profondo Rosso di Dario Argento e Come te nessuno mai dell’ex alunno Muccino senior. Mentre i professori sul piede di guerra hanno già scritto al preside Cosimo Guardino per chiedere di non concedere le aule scolastiche per girare I Liceali 2 la prossima estate, i ragazzi fuori scuola ci tengono a dire che non sono così «scazzati, ignoranti, arroganti e figli di papà». «Noi oggi pomeriggio (sabato n.d.r.) andiamo all’auditorium a sentire un concerto con la professoressa di greco e latino - racconta Lucia, una ragazza di IV - La nostra scuola è gemellata con una scuola africana ed è all’ordine del giorno che ci si organizzi con qualche prof, tutta la classe, per andare a teatro. Altro che stanchi e disimpegnati». E poi, i protagonisti sono un po’ troppo arroganti…: «Ci potrà pure essere uno un po’ più vivace ma non esiste che quando la professoressa d’arte entra noi usciamo, che ci arrampichiamo sul muro, che tiriamo le palline di carta, che usciamo senza chiedere il permesso, che facciamo sesso nei laboratori e che il preside ci provi con la professoressa - dicono tre ragazze Cecilia, Chiara e Giulia all’uscita di scuola - Questa è una scuola mica un circo!». Vanno oltre quelli dei collettivi che politicizzati e barricadieri gridano: «L’avevamo detto! Siamo sempre stati contrari a cedere le aule a produzioni per la cultura di massa. Quella fiction rappresenta ragazzi che non esistono - dice Pietro». Ragazzi che non esistono e professori che non esistono: «Qui ricopriamo un ruolo istituzionale - spiega un professoressa - Per quanto possiamo essere umanamente coinvolti non ci permetteremmo mai di andare a casa di un alunno e se abbiamo un problema non facciamo le isteriche in classe». «Quello che è successo è grave, fa eco una collega - Non si può trasformare la scuola in un set per fiction: è troppo invadente poi i ragazzi si identificano e giustamente si adirano perché non si ritrovano in quella rappresentazione che, nel caso specifico, a parer mio è nient’altro che una forzatura di certi cliché sociali». Nuccio Ciconte, ex giornalista dell’Unità e padre di un alunno di III liceo conferma: «Il Mamiani non è una scuola di figli di papà ma è un istituto storicamente di sinistra, un luogo culturalmente vivace, con ragazzi curiosi e impegnati di diversa estrazione sociale. I liceali fa un ritratto caricaturale della scuola italiana».
A questo punto, dopo la bagarre suscitata dalla
fiction sarà il consiglio d’istituto del Mamiani del primo giugno a
decidere se concedere i locali alla produzione, per I liceali 2. Il
preside Cosimo Guarino non anticipa, prima del dibattito, come
voterà, ma intanto si dissocia, timoroso di aver segnato un autogol,
«anche se con i fondi dell’affitto dei locali è stato implementato
un laboratorio. I ragazzi non sono così irrispettosi e i professori
si impegnano - spiega - Noi formiamo delle menti pensanti, o almeno
ci proviamo, con tanta fatica e pochi mezzi. Lo facciamo combattendo
quotidianamente, negli ultimi anni sempre di più, anche contro certi
modelli, messaggi e forzature che propina la televisione».
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