Papa Ratzinger benedice in anticipo il premier
Berlusconi,
Il Papa benedice il dialogo
"Gioia per il clima nuovo". Letta: ottimo
viatico Marco Politi, la Repubblica 30.5.2008 CITTÀ DEL VATICANO - Papa Ratzinger benedice in anticipo il premier Berlusconi, che incontrerà fra una settimana, e pone sul tavolo la richiesta del Vaticano: finanziamenti sistematici alle scuole private cattoliche. Il discorso tenuto ieri dal pontefice all'assemblea dei vescovi italiani è tutto ispirato alla linea pragmatica del Segretario di Stato Bertone. Il tramonto del residuo partito cattolico (l'Udc) è metabolizzato, l'assenza di "ministri cattolici" irrilevante. Nel panorama tracciato da Benedetto XVI c'è un'Italia che annaspa in un trend segnato dall'»affievolirsi del dinamismo economico e sociale, con una diminuita fiducia nel futuro e un accresciuto senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie», ma con un contesto odierno che porta il pontefice a esclamare: «Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo». Lieta la reazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta: «All'inizio dell'attività di governo è il miglior viatico per riprendere il cammino in un momento tormentato e incerto per la vita nazionale». Letta ha definito il discorso papale uno sprone per tutti e ha affermato che il governo procederà alla luce dei principi enunciati dal pontefice. L'intervento del Papa ha messo in luce i rapporti «più sereni» tra le forze politiche e le istituzioni e la percezione più viva delle «responsabilità comuni» per il futuro della nazione. E' una benedizione al dialogo tra governo e opposizione. La Chiesa spera che l'impegno comune si allarghi a tutta la popolazione, perché «l'Italia ha bisogno di uscire da un periodo difficile» ed è urgente avviare una «nuova stagione» di crescita economica, civile e morale. Naturalmente, avverte il pontefice, questo clima deve consolidarsi e potrebbe svanire (una nota di allarme presente nella relazione di Bagnasco lunedì scorso) se non arrivasse «qualche risultato concreto». Specie nell'affrontare la povertà. La nuova linea Bertone-Bagnasco si avverte nel modo di evitare riferimenti ai dettagli delle scelte di governo, per non disturbare il manovratore. Su tutta la tematica dell'immigrazione il pontefice auspica solamente che si presti aiuto nel «rispetto delle leggi», che assicurano l'ordine sociale «sia all'interno di uno Stato sia nei confronti di chi giunge dall'esterno». Di fronte ai vescovi Benedetto XVI ha esordito, focalizzando l'attenzione sull'impegno a strappare le giovani generazioni ad una temperie culturale segnata da un «relativismo pervasivo e non di rado aggressivo», ma anche ammonito genitori e insegnanti a non dimenticare il proprio ruolo e non lasciare adolescenti e giovani sotto una campana di vetro, «forse eccessivamente al riparo da prove e difficoltà della vita». Non a caso il titolo riservato dall'Osservatore Romano al discorso papale fa leva sull'emergenza educativa. In questo contesto Benedetto XVI ha lanciato sul tavolo del governo la sua carta: la richiesta di finanziamento organico delle scuole private cattoliche, benchè escluso dalla Costituzione. In uno Stato democratico, che promuove la libera iniziativa - ha argomentato - «non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico». Sarebbe stimolante per tutti, ha soggiunto, la competizione fra centri formativi. Ciò che il Vaticano tende ostinatamente a rimuovere è che nei Paesi dove lo Stato finanzia le scuole confessionali non esiste un sistema di finanziamento massiccio e permanente della Chiesa, attraverso l'8 per mille, come in Italia. Con il paradosso per giunta che i finanziamenti aumentano a fronte di un clero che diminuisce.
Il tema sarà comunque sul tavolo
dell'imminente incontro tra il pontefice e il presidente del
Consiglio. Il Papa stesso ha elencato gli altri argomenti che gli
stanno a cuore: difesa della famiglia, tutela della vita dal
concepimento e dalla «fase embrionale» fino alla morte naturale.
L'obiettivo è che la nuova maggioranza non faccia nulla. E cancelli
la diagnosi preimpianto degli embrioni, autorizzata dall'ex ministro
Livia Turco. |