Valutazione dei dirigenti scolastici/1. Tuttoscuola, 30 luglio 2008 Nei siti sindacali e in quelli delle associazioni di categoria si parla assai poco di valutazione dei dirigenti scolastici, un tema che avrebbe dovuto essere affrontato contestualmente all'attribuzione della dirigenza ai capi di istituto ma che si è trascinato nel tempo tra accelerazioni e frenate (è stato perfino oggetto di un apposito articolo inserito nel contratto 2002-2005), fino ad impaludarsi in un limbo di esitazioni e rinvii. Il punto di svolta verso quest'ultima fase può essere cronologicamente collocato nel mese di dicembre 2006, quando il governo Prodi-Fioroni decise, con la Finanziaria 2007, di affidare all'INVALSI il compito di: a) formulare al ministro della pubblica istruzione proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici; b) definire le procedure da seguire per la valutazione dei dirigenti scolastici; c) formulare proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione; d) realizzare il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.
In pratica l'intera materia della valutazione dei dirigenti
scolastici veniva per così dire esternalizzata rispetto alle
competenze istituzionali del Ministero, che se ne era fino al quel
momento occupato attraverso la Direzione generale per il personale
della scuola. Un apposito gruppo di lavoro aveva elaborato un
progetto (SIVADIS), giunto nel 2005-2006 alla sua terza edizione,
costruita dal Ministero in collaborazione con i sindacati
confederali Cgil Cisl Uil e autonomi Anp e Snals, e con le due più
importanti associazioni professionali, Andis e Disal. Il modello
SIVADIS 3 era stato poi travasato nell'art. 20 del contratto
2002-2005, sottoscritto alla fine del 2005, ed era stato posto in
sperimentazione nello stesso anno 2005-2006 con l'intenzione di
giungere a regime entro due anni. Poi la grande bonaccia. |