DILIBERTO: «VINCE LA LOBBY DELLA POSTE».
STORACE: «DILAGA L'INGIUSTIZIA SOCIALE»
Norma anti-precari,
tensione nel Pdl.
Bocchino: «È garanzia per tutti». Brunetta: «Va
rivista».
Opposizione all'attacco. Casini: sia cancellata
Il Corriere della Sera,
27.7.2008
ROMA - La norma cosiddetta «anti-precari»,
ovvero la proposta di cancellare l'obbligo di assunzione a tempo
indeterminato in caso di sentenza favorevole al lavoratore da parte
di un giudice del lavoro, compatta l'opposizione e mette in
difficoltà il governo. Dopo il putiferio scatenato dalla notizia di
un emendamento ad hoc nella manovra finanziaria - sostanzialmente il
lavoratore che abbia svolto di fatto lavoro subordinato senza poi
essere assunto non avrà l'agognato posto fisso, bensì solo un
indennizzo variabile tra le 2,5 e le sei mensilità - è lo stesso
esecutivo, o almeno una parte di esso, a prendere le distanze. Dal
ministero del Welfare fanno sapere che «si tratta di un emendamento
nato in ambito parlamentare. Non è del governo, né tantomeno del
ministro Sacconi». E il ministro della Funzione pubblica, Renato
Brunetta, fa sapere che comunque quella norma «va rivista»: «E' un
emendamento parlamentare - ha spiegato - voluto per risolvere i
problemi che riguardavano la stabilizzazione di contratti atipici,
che avrebbe avuto un peso insostenibile per molte azienda, fra cui
le poste. Ovvio che chi subisce dei torti va tutelato». Il ministero
del Welfare, dal canto suo, aveva anche precisato che l'emendamento
in ogni caso riguarderebbe «solo il contenzioso in corso e mai il
futuro e solo le irregolarità». Si tratta, dunque, di «una sorta di
sanatoria o di norma transitoria».
PDL: «MISURA EQUA»
- Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl, definisce la
norma «una misura equa per entrambe le parti» perché «avere
giustizia dopo decenni non agevola né il lavoratore né l'azienda ma
comporta solamente un iniquo dispendio di spese». E aggiunge: «Da
stigmatizzare la strumentalizzazione di certo sindacato che col
centrosinistra è propenso ad avvallare qualsiasi cosa, mentre col
centrodestra al governo cede volentieri alla tentazione di far
politica anziché a esercitare il proprio ruolo che dovrebbe essere
quello di tutelare i lavoratori». Anche la Lega ribadisce
l'estraneità del governo. «Siamo in una democrazia parlamentare. Se
il Parlamento ha deciso così, vuol dire che è la volontà del
Parlamento» ha detto il ministro della Semplificazione normativa,
Roberto Calderoli.
NORMA CON PIU' PADRI
- Ma da dove arriva, dunque, la norma che tanto infiamma gli animi?
Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze di
Montecitorio, fa sapere di non essere lui l'autore dell'emendamento:
«Come presidente della Commissione non ne posso presentare - ha
spiegato dai microfoni SkyTg24 -, fu avanzato da più parti. Se
ricordo bene ne furono presentati di questo tipo dalla Lega e dal
Pdl. Ne abbiamo discusso lungamente nelle riunioni di maggioranza.
Era un emendamento che tendeva a risolvere alcune questioni
determinate soprattutto dalla lunghezza dei giudizi riferibili ai
precari delle Poste».
IDV: «SCANDALOSO»
- Di parere opposto Silvana Mura dell'Italia dei Valori, che non
accetta l'idea di un esecutivo che si chiama in disparte: «Con la
norma antiprecari il governo compie una scelta molto chiara, si
schiera dalla parte dei forti che hanno commesso irregolarità, le
aziende, e getta a mare i deboli che di queste ingiustizie sono
stati vittime. Il balletto che ora inscena il governo addossando la
paternità della norma all'iniziativa parlamentare è scandaloso». Per
il Pd parla Pina Picierno: «La norma anti-precari è figlia della
inaccettabile cultura reazionaria che anima il governo e la
maggioranza. I giovani li vogliono flessibili, flessibili fino a
spezzarne la schiena». Secondo Enrico Letta, ministro ombra del
Welfare, si tratta di «una norma che cambia fondamentalmente la
regolamentazione di tutto il sistema e soprattutto è stata approvata
senza nessun tipo di concertazione con le parti sociali».
CASINI: «SIA CAMBIATA IN SENATO»
- Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, chiede al governo di
modificare la norma in Senato. «L'esigenza di flessibilità su cui il
governo ci richiama è sacrosanta, ma non ha nulla a che fare con
l'istituzionalizzazione della precarietà che riguarda milioni di
italiani - sottolinea Casini -. Prendiamo atto che il governo ha
declinato la propria paternità sull'emendamento proposto dalla
stessa maggioranza. Poiché la manovra economica deve tornare alla
Camera, propongo che si lavori unitariamente per modificare la norma
e limitarne i dannosi effetti». Di «mascalzonata» parla Pino Sgobio
del Pdci, secondo cui «il governo si conferma una dependance di
Confindustria, che, infatti, non crede ai suoi occhi e si bea
dell'ultimo regalo dell'esecutivo». In autunno, conclude, «sarà
forte la mobilitazione a difesa dei diritti e della dignità dei
lavoratori». Anche dall'estrema destra arrivano forti critiche. «La
decisione parlamentare sui precari è vergognosa - attacca Francesco
Storace, segretario nazionale de La Destra -. In questo paese dilaga
l'ingiustizia sociale». Forza Nuova si dice «pronta alle barricate».
ICHINO: «INCOSTITUZIONALE»
- Secondo il giuslavorista Pietro Ichino la cosiddetta norma
anti-precari difficilmente potrà «superare il vaglio di
costituzionalità». «La norma riguardante l'indennizzo - ha detto il
senatore del Pd - sembrerebbe applicarsi soltanto ai procedimenti in
corso. Dubito che una norma di questo genere possa superare il
vaglio di costituzionalità perché non si può stabilire una regola
che vale solamente per chi è in causa in quel momento. Invece c'è
l'altra parte della norma che è quella in cui l'emendamento allarga
drasticamente i limiti tra i quali è consentito assumere un
lavoratore a termine. Per offrire maggiore flessibilità alle imprese
si torna ad allargare le maglie della protezione nel settore del
lavoro precario».
DILIBERTO, «LOBBY POSTE VINCE
PERCHE’ MANCA SINISTRA» - Il
segretario dei Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto, è indignato.
«Il presidente della Commissione Finanze della Camera Conte spiega
la norma contro i precari con la necessità di evitare il bagno di
sangue di un’azienda privata come le Poste - spiega Diliberto -. Ma
il vero bagno di sangue è quello dei lavoratori precari. Il
Parlamento si schiera con un’azienda che non rispetta le regole
contro i lavoratori. Questo succede perchè manca la sinistra in
Parlamento».