La vicenda si ripete, anzi si inasprisce. . . di Raffaella Ianuale da Il Gazzettino di Venezia, 21.7.2008 La vicenda si ripete, anzi si inasprisce. Perché se già ogni anno i tagli alla scuola sono feroci, quest'anno si è andato oltre. Così una delegazione di precari ha già il biglietto del treno in tasca per andare mercoledì, 23 luglio, a Roma al sit-in di protesta in piazza Montecitorio. Nell'occhio del ciclone l'articolo 64 del decreto legge 112 che prevede il taglio di 70mila posti in tre anni tra i docenti e 43mila tra il personale Ata che include assistenti, amministrativi, tecnici e ausiliari. A questi si aggiungono i 47mila posti in meno già decisi dal governo Prodi. Fatti due conti si perdono 160mila posti di lavoro. Questo a livello nazionale. Nella sola provincia di Venezia ci saranno 724 insegnanti e 517 Ata in meno. A rimetterci lo stipendio sono i precari. Visto che un insegnante su cinque è precario, così come è precario un Ata su due. Saranno proprio loro che non si vedranno rinnovare il contratto. Tutti lavoratori impiegati da anni con contratti a termine che iniziano con l'avvio dell'anno scolastico e si concludono a giugno. Ci saranno, nella nostra provincia, 65 tagli per gli insegnanti della scuola dell'infanzia, 272 per la scuola primaria, 170 per le medie e 217 per le superiori. Sul fronte assunzioni non si è messi meglio. I 311 docenti che entreranno in ruolo nel Veneziano non bastano nemmeno a coprire i pensionamenti. I precari della scuola si sono già ritrovati un paio di volte nella sala di via Sernaglia. Ed hanno messo appunto un'azione di guerra. Boicottaggio degli scrutini a settembre dei sospesi dal giudizio e grande sciopero ai primi di ottobre. E per meglio coordinarsi è nato un blog nazionale della rete docenti precari 11 luglio. Questa è stata infatti la data del primo incontro nazionale dei precari di tutta Italia. Ora il prossimo appuntamento a livello nazionale è mercoledì 23 luglio in piazza Montecitorio a Roma, mentre a livello provinciale è il primo settembre, alle ore 17.30, al centro civico di via Sernaglia a Mestre. La prospettiva è quella di ritrovarsi con aule sempre più affollate, considerato che anche il numero degli studenti è aumentato di 1,3 per cento. «Questo significa che si arriverà a classi di 32-33 studenti - spiega Stefano Micheletti dei Cobas - i precari sono spaventati, per molti di loro vuol dire essere buttati fuori definitivamente dal mondo della scuola . In passato c'era stata spesso la guerra tra precari, c'erano quelli delle Siss e quelli storici. Quest'anno invece è nato un blog nazionale per essere uniti e coordinati».
Ciò non toglie che le cose non si mettono bene.
«Siamo esterrefatti da quanto sta facendo questo governo e da quanto
non ha fatto quello precedente - spiega Massimo Sartorato della rete
precari del Veneto e insegnante della scuola primaria di Venezia -
Anche le 150mila assunzioni promesse dal governo Prodi sono bloccate
perché il precedente governo non ha firmato i decreti attuativi. A
questo si aggiungono i nuovi tagli. La scusa è che in Italia ci sono
troppi insegnanti, più di quanti ce ne sono in altri paesi europei
come ad esempio la Francia. Ma non è assolutamente vero. La verità è
che un insegnante precario costa 8mila euro l'anno in meno rispetto
ad un collega di ruolo. E poi se non serve può sempre essere
tagliato». |