La scuola «federale». Pasquale Almirante, La Sicilia 27.7.2008 Non si capisce perché suscitano meraviglia le parole del senatore Bossi quando se la prende con gli insegnanti meridionali. Se si ascolta bene si può capire che è l'unico a dare il nome appropriato alle cose, ribadendo ciò che il Pdl aveva detto apertamente in campagna elettorale ma con altre parole: federalismo fiscale e scolastico. Tralasciando quello fiscale, federalismo scolastico significa che ogni Regione si gestisce, non solo la quota del 20% dell'orario curricolare fissato dallo Stato, ma anche l'amministrazione degli insegnanti, sia in termini stipendiali, e sia in termini di accesso. Ogni Regione dunque può stabilire dei paletti per l'ingresso nelle sue scuole, come avviene in Trentino (Statuto speciale). E un argine serio alla immigrazione di docenti del sud può essere qualunque marchingegno, mentre sulla quota del 20% del curricolo ogni Regione prescrive studi funzionali al proprio territorio per cui quella che Bossi chiama la «cultura del Nord» è esattamente ciò che il Pdl ha da sempre detto. Ma non solo. Gridare allo scandalo per la riduzione degli organici e il possibile blocco delle assunzioni dei precari appare incomprensibile visto che l'on. Aprea, che doveva essere il Ministro della istruzione, e lo stesso Berlusconi, avevano già detto che sarebbe rientrata la riforma Moratti (che riduce ore e materie di circa il 20% soprattutto nei tecnici e nei professionali) e che bisognava tagliare i costi dello Stato, mentre sul ritorno del maestro unico c'erano state ampie dichiarazioni soprattutto per favorire le private che non possono mantenere tre docenti per classe. La recente soppressione del X corso Ssis (2008/09) è fra l'atro prova del blocco alle assunzioni. Il problema è semmai di ritenere poco credibili le parole del capo della Lega che fa invece il suo mestiere, garantendo la sua Padania da invasioni esterne.
Non diverso è il discorso sull'obbligo di
istruzione anche nei professionali che ritorneranno di competenza
delle Regioni. Al Nord queste scuole, oltre ad essere
sufficientemente organizzate, sono in buona sinergia con il mondo
del lavoro; al sud, e in Sicilia in particolare, sono per lo più
raffazzonate, distanti dalle esigenze delle pochissime industrie e
impiantate per dare qualche sovvenzione. |