Precari veneti: di R.P. La Tecnica della Scuola, 15.7.2008. Le forme di protesta che la Rete dei precari veneti sta mettendo in cantiere potrebbe mettere in difficoltà molte scuole. La proposta è quella di bloccare tutte le attività aggiuntive e o comunque extra-aula. E non mancheranno manifestazioni "colorate": precari vestiti da gladiatori davanti al Colosseo o con la coccarda "precario sfruttato" nelle riunioni ufficiali. Si fa sempre più aspra la protesta del personale precario della scuola. E’ di queste ore la notizia che la Rete organizzata dei docenti e Ata precari della provincia di Venezia sta già organizzando per il prossimo anno scolastico un vero e proprio “sciopero bianco” che - se dovesse prendere piede - potrebbe mettere in seria difficoltà molte scuole d’Italia. Le indicazioni sono contenute in “Vademecum della non collaborazione” che in pochissimo tempo ha si è diffuso in Internet. La prima forma di protesta riguarda gli scrutini degli alunni che devono colmare debiti formativi: i precari veneti non ci stanno ad essere riassunti solo per un paio di giorni, il tempo strettamente necessario per partecipare agli scrutini e ne propongono il boicottaggio. La parola d’ordine è “assoluta non collaborazione dei precari”. In pratica: niente attività che non rientrano nel mansionario per il personale ATA, niente gite scolastiche, visite d’istruzione, attività extra non obbligatorie, niente supplenze “tappabuchi”, niente funzioni aggiuntive (commissioni, coordinatore e segretario verbalizzatore nei consigli di classe). I precari veneti sono del tutto intransigenti: neppure un’ora in più rispetto a quelle stabilite dal contratto e indisponibilità a supplenze ulteriori. E poi ci saranno forme di protesta creative e situazioniste: presentarsi in classe, nei collegi docenti e ai colloqui con i genitori, con la coccarda “precario sfruttato”. Saranno organizzate anche manifestazioni con precari travestiti da lavavetri ai semafori, “a segnalare - afferma la Rete veneta - il futuro occupazionale incerto per migliaia di persone e le loro famiglie”. E, per ribattere al Ministro che ha annunciato che chiederà al Ministero dei Beni culturali di offrire opportunità di lavoro ai docenti precari, la Rete intende organizzare performance di protesta nelle città d’arte (conferenze stampa di docenti precari vestiti da guide turistiche, da gondolieri in Piazza San Marco a Venezia o da gladiatori davanti al Colosseo a Roma).
Il prossimo autunno – insomma - sarà
non solo caldo ma anche molto colorato. |