La revisione della professione tra le priorità
dell'azione di governo.
E poi toccherà al reclutamento ItaliaOggi, 1.7.2008 Contratto e accesso al lavoro tra le prossime mosse del governo che punta alla riforma della professione docente. La base di partenza è la proposta di legge presentata il 12 maggio scorso dalla presidente della commissione istruzione della camera Valentina Aprea, con l'obiettivo di migliorare la qualità del servizio scolastico e la preparazione del personale docente. Nuove modalità di formazione e di tirocinio, concorsi a livello di scuola, nuovo stato giuridico interamente definito per legge, organismi tecnici di livello regionale e centrale a tutela dell'autonomia professionale degli insegnanti. Tre livelli di docenti (iniziale, ordinario, esperto), passaggi non automatici da un livello all'altro. Un vicedirigente assunto per concorso con compiti delegati dal titolare, al posto del vicario che il dirigente poteva autonomamente individuare. . La relazione alla proposta riserva alla legge lo stato giuridico del personale docente ed intende affidare alla contrattazione collettiva solo materie residue: l'orario, la retribuzione, la mobilità. A sostegno, richiama una sentenza della Corte costituzionale (n. 279/2005), la quale, però, a proposito dell'istituzione del tutor, si limitava ad asserire che le modalità di utilizzazione del personale rientravano nella competenza esclusiva dello stato. La stessa Corte con sentenza n. 309 del 1997, anzi, aveva pienamente riconosciuto conforme all'ordinamento costituzionale la contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti dalle amministrazioni pubbliche, a valle delle procedure di assunzione e di definizione delle piante organiche, come previsto dalla legge delega 421 del 1992 e dal decreto legislativo n. 29 del 1993 (ora 165 del 2001). L'art. 97 della Costituzione, infatti, riserva alla legge solo l'organizzazione degli uffici e non anche quella del personale. Per altro, una parte dell'attuale stato giuridico è ancora regolato per legge (il codice disciplinare) ed il legislatore può sempre decidere di avocarlo interamente a sé, come sembra voler fare la proposta di legge.
Per evitare l'effetto pendolo (una maggioranza
politica di un colore contrattualizza interamente il rapporto di
lavoro, una successiva, di colore diverso, lo riporta nell'ambito
della legge), occorre una modifica costituzionale che preveda una
volta per tutte, in fatto di personale, quali materie sono riserva
di legge o quali di contratto. Soprattutto occorre individuare lo
strumento migliore (la legge o il contratto od un mix di entrambi)
in funzione della migliore qualità del servizio. Nella relazione si
dichiara preferibile un sistema scolastico misto, articolato fra
iniziativa statale e iniziativa privata, ma la proposta di legge
intende estendere anche al personale docente privato la stessa
regolamentazione statale, contraddicendo la premessa. Infine, per le
poche materie rimaste, si istituisce un'autonoma separata area di
contrattazione, e si dichiarano abrogate le rappresentanze sindacali
unitarie d'istituto. |