Precariato/2. Tuttoscuola, 28 luglio 2008 Le assicurazioni offerte ai precari dal ministro Gelmini e dalla presidente della VII commissione della Camera Aprea in merito al rispetto dei diritti acquisiti da coloro che si trovano attualmente inseriti nelle graduatorie permanenti, poste ad esaurimento dal precedente governo (e che l'attuale non intende riaprire), non bastano certo a lenire le preoccupazioni degli interessati, che vedono restringersi, almeno nel breve termine, le opportunità di un lavoro stabile. In materia di formazione iniziale dei docenti il ministro ha chiaramente manifestato il suo orientamento verso un percorso quinquennale (3+2), già delineato nella riforma Moratti, con la creazione di nuove graduatorie, diverse da quelle ad esaurimento, dalle quali attingere per il futuro reclutamento sul 50% dei posti. Il relativo Regolamento, già previsto da Fioroni in luogo del soppresso decreto legislativo 227/2005, dovrebbe essere adottato in tempi brevi. In questa prospettiva il percorso di formazione comprenderebbe un tirocinio di durata annuale (5+1). La domanda è: si tratterà di un tirocinio formativo (nel quale caso il tirocinante dovrebbe affiancare l'insegnante di ruolo al quale è affidato) oppure di un tirocinio lavorativo, che comporterebbe l'assegnazione al tirocinante di una cattedra libera?
In
questo secondo caso, che la stretta sulla spesa per l'istruzione
rende probabile, i tirocinanti occuperebbero posti fino ad oggi
assegnati ai docenti precari delle graduatorie permanenti. Per loro
piove sul bagnato, si potrebbe dire. Ma riteniamo che l'intera
materia del reclutamento meriti un ripensamento di fondo, al di là
della coda dell'ancien régime costituita dalle graduatorie
permanenti, con il loro strascico di sofferenze sociali e
frustrazioni individuali. Non è detto, per esempio, che il
reclutamento diretto da parte delle scuole debba necessariamente
favorire i neolaureati. Se si adottasse, in ipotesi, un modello
(magari in via sperimentale) di ispirazione inglese, che prevede la
scelta tra più candidati al posto, una scuola potrebbe scegliere un
insegnante ex precario con una lunga esperienza piuttosto che uno
giovane ma alle prime armi. |