Incontro dell'11 luglio.
Comunicato Stampa
del Direttivo Nazionale dei CIP.

dal C.I.P. 11.7.2008

A seguito dell’incontro nazionale organizzato dal CIP, e tenutosi a Roma l’11 luglio 2008, i docenti precari dicono:

- no alla “sussidiarietà”, come sinonimo di subappalto dell’istruzione pubblica alla scuola privata e disimpegno strategico ed economico statale, in favore di istituti religiosi e diplomifici;

- sì alla scuola di tutti e per tutti, perché l’istruzione non è merce da vendere e acquistare, è investimento e non spesa, promozione civile e non addottrinamento;

- no alla perversa sinergia tra pseudo opinionisti e tuttologi e pseudo liberisti dediti, rispettivamente, alla diffamazione ed al linciaggio mediatico e allo smantellamento di scuola statale e pubblico impiego;

- sì all’aggiornamento ed alla valorizzazione professionale dei docenti e al loro riconoscimento sociale;

- no al cannibalismo professionale che prevederebbe meno insegnanti più retribuiti e l’incentivazione scriteriata degli straordinari;

- sì alle congrue quantità a garanzia della qualità dell’offerta formativa, contro i tagli di aule, personale, classi, tempo scuola, docenti di sostegno e risorse. Qualità e meritocrazia non si ottengano stipando tanti alunni per classe quanti ne bastano per tagliare le cattedre indicate dal ministro dell’economia di turno;

- no all’abrogazione delle graduatorie ad esaurimento e all’azzeramento delle priorità acquisite da quanti vi sono inclusi a seguito di titolo d’accesso, concorsi, specializzazioni, stage, corsi di perfezionamento, master e pluriennale esperienza didattica;

- sì all’attivazione di nuove procedure abilitative in tutte quelle realtà territoriali e per tutte quelle discipline per le quali vi sia un effettivo fabbisogno;

- no alla chiamata diretta dei dirigenti scolastici per il reclutamento degli insegnanti ed al conseguente clientelismo e nepotismo, che sottrae libertà di pensiero ed espropria i diritti legittimi (esperienza e titoli) maturati nel tempo dai docenti precarizzati da decenni di malgoverno dell’istruzione;

- sì all’espulsione dei “fannulloni” e spazio ai meritevoli ed ai “campioni in produttività”. Ma chi valuterà i meriti e la “produttività”? Le fittizie agenzie esterne di consulenza o gli atenei lottizzati dalla politica? I censori di partito o gli ispettori passacarte del ministero? Gli studenti o i loro genitori? Chi? E come?