Fannulloni Le riforme del Ministro Brunetta. Il Gazzettino di Venezia, 2.6.2008
Non ci sono già le visite del medico fiscale e l’organo delle commissioni sanitarie collegiali per “reprimere” malattie immaginarie? Non ci sono già ammonizioni, censure e altri provvedimenti disciplinari per “frenare” e/o “bloccare” atteggiamenti anti-produttività? Non ci sono già gli stereotipi (ampiamente codificati con l’aiuto del pensiero e di destra e di sinistra) per paragonare tutti i lavoratori del Pubblico impiego ad una sorta di salariati parificati a coloro che usufruiscono di una rendita mensile? E invece no questo non basta dice il prof. Ministro Renato Brunetta:… è necessario punire i “fannulloni” coloro cioè che non fanno il proprio dovere e premiare i “laboriosi” e poi, ecco la ventata di novità: …bisogna introdurre la figura del dirigente-manager, allora tutto funzionerà alla perfezione! Risparmieremo in 3/5 anni fino a 40 miliardi di euro. Signor Ministro abbia la cortesia di ascoltare alcune osservazioni: 1) la prima questione è legata all’espressione “…chi non fa il proprio dovere…”: non si tratta, signor Ministro di un problema etico ma si tratta casomai di un non rispetto di termini contrattuali sottoscritti. La cosa cambia, cambia considerevolmente! 2) Signor Ministro prima di parlare di produttività ci pare valga la pena di porre attenzione verso le situazioni salariali e pensionistiche; un ausiliario scolastico, ad esempio, dopo 25 anni di anzianità non arriva a 1.000/00 euro di stipendio mensile. Tenga presente che oltre a tutto vi sono sempre più lavoratori dipendenti che devono garantire assistenza ai genitori anziani malati o a figli disabili gravi entrambi in condizioni di non autosufficienza, per conciliare “lavoro e assistenza” sono costretti ad adoperare istituti come il part-time che li vedono penalizzati economicamente e a livello stipendiale e ai fini pensionistici e tutto ciò per l’insufficienza di normative vigenti esistenti e di servizi sociali; inducendo così alcuni lavoratori al licenziamento pur di garantire un’assistenza adeguata ai parenti bisognosi (non esistendo una legge adeguata in tal senso che predisponga un giusto “pre-pensionamento”). Oltre a questi esempi se ne potrebbero elencare molti e diversificati. 3) Permetta inoltre Signor Ministro di dubitare alquanto sul fatto che le questioni di funzionalità e produttività siano risolte con l’introduzione della figura del dirigente manager, senza soffermarci attorno ai criteri della scelta di tali figure e attorno al loro costo “totale” (i commissari straordinari per l’emergenza rifiuti a Napoli quanto sono costati e stanno costando e quanto hanno risolto? E questo è solo l’ultimo esempio eclatante ma lo si potrebbero immillare a migliaia di altre figure che rivestono ruoli Istituzionali). Questa è una sua idea molto gradita da coloro che potrebbero aspirare a quel “lavoro”, ma totalmente invisa da tutti gli altri. 4) Provi ancora signor Ministro a riflettere sulla eccessiva forbice salariale oggi esistente: significa, in termini concreti, che tra un qualsiasi dirigente (pensiamo alla Pubblica Amministrazione) e un impiegato esiste una differente qualità di vita assolutamente inaccettabile; può darsi, signor Ministro, che dal suo punto di vista il dirigente non percepisca troppo è certo comunque che “gli altri”, anche con molti anni di anzianità, senza alcun dubbio percepiscono troppo poco.
Concludendo quindi, signor Ministro Brunetta, la invitiamo a
riflettere maggiormente prima di esternare con trionfalistica
certezza idee non proprio legate alla realtà di moltissimi
lavoratori ma legate piuttosto alla “sua personale visione della sua
realtà”. E invece no questo non basta dice il professor ministro Renato Brunetta: è necessario punire i "fannulloni" e premiare i "laboriosi" e poi, ecco la ventata di novità: bisogna introdurre la figura del dirigente-manager, allora tutto funzionerà alla perfezione. Risparmieremo in 3/5 anni fino a 40 miliardi di euro. Signor ministro abbia la cortesia di ascoltare alcune osservazioni: 1) la prima questione è legata all'espressione "...chi non fa il proprio dovere...": non si tratta, signor ministro di un problema etico ma si tratta casomai di un non rispetto di termini contrattuali sottoscritti. La cosa cambia considerevolmente. 2) signor ministro prima di parlare di produttività ci pare valga la pena di porre attenzione verso le situazioni salariali e pensionistiche; un ausiliario scolastico, ad esempio, dopo 25 anni di anzianità non arriva a 1.000 euro di stipendio mensile. 3) Permetta inoltre signor ministro di dubitare alquanto sul fatto che le questioni di funzionalità e produttività siano risolte con l'introduzione della figura del dirigente manager. 4) Provi ancora signor ministro a riflettere sulla eccessiva forbice salariale oggi esistente: significa, in termini concreti, che tra un qualsiasi dirigente (pensiamo alla Pubblica amministrazione) e un impiegato esiste una differente qualità di vita assolutamente inaccettabile; può darsi, signor ministro, che dal suo punto di vista il dirigente non percepisca troppo è certo comunque che "gli altri", anche con molti anni di anzianità, senza alcun dubbio percepiscono troppo poco.
Sandro Mattiazzi |