Il ministro: i provveditori saranno presto sostituiti

De Mauro:
«I professori hanno stipendi da fame».

I sindacati: ora faccia una proposta concreta Usi i soldi del quizzone

Claudio Lazzaro, Il Corriere della Sera, 1.9.2000

Il ministro: i provveditori saranno presto sostituiti De Mauro: «I professori hanno stipendi da fame» ROMA - «Non butteremo dalla finestra i provveditori agli studi attualmente in servizio e nemmeno i dipendenti dei provveditorati». Dalle onde di Radio 24, Tullio De Mauro, ministro della Pubblica istruzione, intervistato da Giancarlo Santalmassi, cerca di rassicurare tutti, ma la sostanza non cambia: «Al ruolo del provveditore - spiega - ne subentra un altro, con nuove competenze, che su scala regionale si sostituiscono a quelle del ministro. Saranno grandi commessi dello Stato, delle regioni e degli enti locali: figure nuove con poteri accresciuti».

ALLA FAME - Nella sua intervista, De Mauro ha nuovamente denunciato: «Gli stipendi degli insegnanti sono da fame, in Italia sono al di sotto del reddito medio pro capite. Con la nuova riforma gli insegnanti diventano i protagonisti di scelte e di itinerari differenziati. Questo richiede un salto di qualità e di preparazione che va tradotto in un diverso trattamento economico». Uno studio di Confindustria ricorda che il rapporto tra numero di alunni e insegnanti è al di sopra della media europea. De Mauro risponde: «Non possiamo confrontarci con l'Olanda, che ha cancellato l' analfabetismo tra il Cinque e il Seicento (mentre noi ancora lo combattevamo negli anni ' 80 e ' 90 del Ventesimo secolo). Datemi i servizi pubblici olandesi, che consentono coincidenze a 30 secondi, e smetterò di dire che a Pietra Cupa o in ogni comune lucano ci vuole una scuola elementare, quanti che siano gli alunni».

IL SINDACATO - Commenta senza entusiasmo Massimo di Menna, segretario generale della Uil scuola: «De Mauro ha già denunciato in altre occasioni la condizione retributiva degli insegnanti. La prima volta fa effetto, la seconda pure, ma poi ti aspetti una proposta concreta. E' vero che la finanziaria non ha ancora quantificato l' impegno per la scuola, ma ci sono i 1260 miliardi, quelli stanziati per il "quizzone", che avrebbe dovuto selezionare i docenti, poi andato a monte. Questi miliardi sono già disponibili e il ministro dovrebbe dirci come intende utilizzarli. Le denunce non bastano, se poi alle medie un professore di matematica deve tirare avanti con due milioni e due»

IL PROFESSORE - Pessimista Luciano Corradini, docente universitario e presidente dell' Unione cattolica italiana insegnanti medi: «De Mauro è animato dalla miglior buona volontà, ma non so se gli daranno quanto serve alla scuola. Il sistema scolastico costa allo Stato 58 mila miliardi. Soltanto il rialzo dei tassi ne costerà 20 mila all' erario. E non ci sono soltanto gli stipendi da aumentare. Servono strumenti per l' innovazione didattica. E tutta l' edilizia scolastica va ristrutturata, per adeguarla alla riforma».

IL MAESTRO - «Da quando ho scritto "Io speriamo che me la cavo", dieci anni fa, le cose non sono cambiate - interviene Marcello D' Orta, maestro a Napoli. A me capita di insegnare in classi di 45 alunni, perché quando un' aula diventa inagibile li dobbiamo stipare in quelle che resistono. Si parla di aumenti e poi arrivano le 50 mila lorde, mortificanti. Per un capofamiglia sono briciole: qui al Sud sono più gli uomini a insegnare. Questa volta se saranno 100 mila ci toccherà brindare».