Cardinale Scola:
pluralismo non in scuola ma tra scuole.

"Profondere risorse di uomini e di mezzi per dare peso a scuole"

ApCOM, 7.6.2008

Città del Vaticano, 7 giu. (Apcom) - Per assicurare la scuola italiana non basta diversificare i programmi, bisogna promuovere la nascita di istituti ispirati a principi diversi. E' la proposta del card. Angelo Scola, che in un'intervista all''Osservatore romano' non perora esplicitamente la causa delle scuole cattoliche (e musulmane), ma spezza comunque una lancia per un sistema scolastico multiforme.

"Io - afferma il patriarca di Venezia - credo che, per poter realmente gestire un sistema che risulta ormai infiacchito, si debba passare da un pluralismo nella scuola a un pluralismo delle scuole. I soggetti che animano la società civile - spiega - formulino delle proposte educative da far verificare e accreditare, com'è giusto, dallo Stato che deve governare la scuola. Le libertà civili e sociali non si potranno realizzare senza un'adeguata libertà di educazione. Occorre imboccare con coraggio la strada di una libertà di espressione che incentivi creatività e confronti nella scelta degli educatori, ma anche dei programmi. In taluni Paesi europei già accade. L'Italia, invece, da questo punto di vista è un po' arretrata".

Secondo il porporato, "l'Europa, e nel particolare l'Italia, deve guardare all'educazione in maniera molto più puntuale, profondendo risorse di uomini e di mezzi per dare alle scuole, alle università e a chi svolge un compito educativo, un peso decisamente più marcato e rilevante".


Per assicurare la scuola italiana non basta diversificare i programmi, bisogna promuovere la nascita di istituti ispirati a principi diversi. E' la proposta del card. Angelo Scola, che in un'intervista all''Osservatore romano' non perora esplicitamente la causa delle scuole cattoliche (e musulmane), ma spezza comunque una lancia per un sistema scolastico multiforme.

"Io - afferma il patriarca di Venezia - credo che, per poter realmente gestire un sistema che risulta ormai infiacchito, si debba passare da un pluralismo nella scuola a un pluralismo delle scuole. I soggetti che animano la società civile - spiega - formulino delle proposte educative da far verificare e accreditare, com'è giusto, dallo Stato che deve governare la scuola. Le libertà civili e sociali non si potranno realizzare senza un'adeguata libertà di educazione. Occorre imboccare con coraggio la strada di una libertà di espressione che incentivi creatività e confronti nella scelta degli educatori, ma anche dei programmi. In taluni Paesi europei già accade. L'Italia, invece, da questo punto di vista è un po' arretrata".

Secondo il porporato, "l'Europa, e nel particolare l'Italia, deve guardare all'educazione in maniera molto più puntuale, profondendo risorse di uomini e di mezzi per dare alle scuole, alle università e a chi svolge un compito educativo, un peso decisamente più marcato e rilevante".