32.000 assunzioni
ma rimangono tanti precari.

Ci sono ancora 300.000 supplenti: il Miur cambierà le regole

 La Stampa, 27.6.2008

ROMA
Sono in tutto 32.000 le assunzioni nella scuola che alla fine il Miur ha autorizzato: la notizia, che sindacati e precari attendevano da tempo, è frutto di un lungo “tira e molla” tra i vertici di viale Trastevere con quelli del dicastero dell’Economia. Le verifiche di compatibilità costi-assunzioni a titolo definitivo sono durate diversi cinque mesi: iniziate con la gestione Fioroni hanno subito una battuta d’arresto in corrispondenza delle elezioni per terminare proprio oggi.

A dare l’ok alla procedura che entro il 31 luglio porterà a firmare l’agognato contratto a tempo indeterminato 25.000 docenti e 7.000 Ata (assistenti, tecnici ed ausiliari) è così toccato a Mariastella Gelmini, il più giovane ministro dell’istruzione.

Una decisione che giunge, tra l’altro, anche un po’ a sorpresa, visto che appena ieri è stato pubblicato il decreto legge sulla manovra economica del governo contenente le procedure (come la riduzione degli organici, gli accorpamenti di cattedre e lo sfoltimento delle ore di lezione) per raggiungere il risparmio di quasi 8 miliardi di euro in tre anni.

Certo, i sindacati si aspettavano le 60.000 assunzioni fissate nell’ultima Finanziaria del Governo Prodi. E non hanno tardato a ribadirlo. «Sono numeri insufficienti, sia rispetto agli impegni assunti dalla Finanziaria varata dallo scorso Governo, che prevedeva l’assunzione di 150mila precari in tre anni, sia rispetto al numero di posti effettivamente vacanti», fa sapere il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio.

Dello stesso avviso il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, secondo cui «prevale ancora una infondata logica del risparmio». E la Flc-Cgil, che in una nota ha spiegato come di tratti «di un contingente del tutto insufficiente, sia rispetto alle previsioni delle ultime leggi finanziarie che per garantire la qualità e la continuità del servizio scolastico oltre alle legittime aspettative dei lavoratori precari».

In effetti il problema precariato della scuola non si può risolvere con un’operazione come quella avviata oggi: nelle graduatorie (chiamate in gergo tecnico “ad esaurimento”) stazionano ormai più di 300.000 docenti vincitori di concorso o abilitati tramiti corsi riservati e universitari: una buona fetta di questi vanta oltre 10-15 anni di supplenze ed ha raggiunto un’età tale (in media 38-40 anni) da non poter più essere impiegata in altri tipi di lavori.

Il processo di revisione delle forme di reclutamento ormai è avviato: lo stesso Miur ha precisato, assieme alla notizia delle 32.000 assunzioni, di voler «avviare subito un processo di revisione della formazione iniziale e del reclutamento dei docenti che eviti il riprodursi del precariato».

E gli stessi sindacati sono consapevoli che un ministero -benché corposo come quello dell’Istruzione - non può permettersi più di 350.000 persone (tra docenti ed Ata) in lista di attesa.

«Ora ci sono tre cose da fare - mette in evidenza massimo Di Menna, leader della Uil Scuola -, prima di tutto bisogna accelerare le procedure di nomina, che vanno fatte entro il 31 luglio per permettere al personale di essere in servizio a settembre. Dare poi seguito al piano di immissioni in ruolo e attivare nuove modalità di reclutamento per evitare il formarsi di nuovo precariato. Passare infine da contratti annuali a contratti pluriennali, là dove ci sono posti disponibili e vacanti».

Per quest’anno però le procedure rimangono immutate: dalla prossima settimana gli Uffici scolastici provinciali avvieranno, sulla base della ripartizione del contingente.