Consiglio di stato: no alla richiesta di
sospensiva. Debiti scolastici, nessuno sconto. Recupero entro il 31 agosto. Salvo proroghe da valutare ItaliaOggi del 5.6.2008 Debiti scolastici, niente sconti sul recupero. Il Consiglio di stato ha respinto il ricorso presentato dalla Confederazione di comitati di base (Cobas) della scuola che aveva chiesto di sospendere e annullare il decreto del ministero dell'istruzione, università e ricerca n. 92 del 5 novembre 2007 che ha istituito il recupero dei debiti scolastici. «Nel caso in esame, non si ritengono presenti i presupposti di diritto e di fatto ai quali le vigenti norme ancorano la possibilità che venga disposta, da parte dell'amministrazione competente, previo conforme parere del Consiglio di stato, la sospensione dell'atto impugnato ai sensi dell'articolo 8 del dpr 24 novembre 1971, n. 1199 e dell'articolo 3, comma 4, della legge 21 luglio 2000, n. 205», si legge nel dispositivo reso noto ieri. Gli esami di recupero dei debiti scolastici, quindi, si terranno nei mesi di luglio, agosto e i primi di settembre (a discrezione delle amministrazioni scolastiche). Solo in un caso gli «esami di riparazione» potrebbero saltare: con un nuovo decreto del ministro Mariastella Gelmini. In particolare, scrivono i giudici della prima sezione del Consiglio di stato presieduta da Giorgio Giovannini, «non si ritiene allo stato sussistente, attese le ragioni addotte nel ricorso, il requisito del fumus boni juris; che, pertanto, l'istanza incidentale di sospensione non è da accogliere». Il ministero dell'istruzione è subito intervenuto precisando con una circolare che i debiti scolastici dovranno essere recuperati entro il 31 agosto e spiegando, in una nota, che eventuali proroghe, motivate da particolari esigenze organizzative, dovranno essere adeguatamente valutate anche in relazione alle implicazioni derivanti dall'avvio del prossimo anno scolastico. Le iniziative di recupero e la loro valutazione dovranno comunque concludersi entro la data di inizio delle lezioni. La decisione, precisa la nota, è stata presa «tenuto conto che l'anno scolastico è ormai nella fase conclusiva e considerando il lavoro che le scuole hanno già compiuto. Allo stato attuale risulta impraticabile una modifica dell'impianto definito dalle disposizioni vigenti in materia di recupero dei debiti scolastici». All'inizio del prossimo anno scolastico «si dovrà procedere a una riflessione approfondita sulle criticità emerse e rilevate anche dal monitoraggio in corso. Le eventuali modifiche saranno oggetto di confronto tra il ministero e le organizzazioni sindacali di categoria, le associazioni professionali, le associazioni dei genitori, le consulte e le associazioni degli studenti». Vista la complessità degli interventi promossi o da promuovere e per venire incontro alle richieste delle scuole, la circolare prevede risorse aggiuntive per 57 milioni di euro per l'organizzazione dei corsi di recupero. Questo stanziamento va ad aggiungersi ai 197 milioni già previsti nel fondo d'istituto.
Le scelte organizzative relative alle modalità
di recupero, quali per esempio la consistenza oraria dei corsi, la
modalità di utilizzo dei docenti e i modelli di intervento, sono
lasciate all'autonomia di ogni singola scuola. Un provvedimento
animato da buon senso: è questo il commento del segretario generale
della Uil Scuola, Massimo Di Menna, dopo l'emanazione della
circolare ministeriale. «Viene salvaguardato il principio di una
scuola rigorosa. La scuola più è rigorosa più è democratica»,
aggiunge Di Menna, «è positivo che sia stato riaffermato il valore
dello studio. Il provvedimento conferma che i debiti vanno saldati e
recepisce le osservazioni fatte dalla Uil Scuola per eliminare le
rigidità dell'attuale sistema. In primo luogo, nell'organizzazione
dei corsi viene valorizzata l'autonomia delle scuole e lasciate alle
decisioni degli insegnanti le modalità dell'intervento di recupero.
È positivo che, a regime, le attività di recupero siano inserite nel
piano dell'offerta formativa e che rientrino nell'insieme della
normale attività didattica fin dall'inizio dell'anno scolastico».
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