La scuola modello Gelmini.
Tuttoscuola,
10 giugno 2008
Ecco una sintesi dell'intervento del ministro Gelmini alla
Commissione Istruzione della Camera
Linee generali
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Lasciare lo scontro politico fuori dalla scuola.
E’ indispensabile una grande
"grande alleanza per la Scuola"
in cui tutti diano il contributo per il miglioramento della più
grande infrastruttura del Paese.
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E’ l’ora del buon
senso e della condivisione delle scelte:
si opererà in maniera
non ideologica, ma pragmatica. Condivido le parole di
Fioroni che ha auspicato una "legislatura del buon senso"
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Non affidare solo alle leggi di sistema
la soluzione dei problemi dell’istruzione.
Riforme legislative solo dove è strettamente necessario.
Per troppi anni
si è ritenuto che le
riforme legislative potessero risolvere da sole i problemi del
sistema educativo. Si è investito le energie
sull’attività legislativa, discusso troppo a lungo su cicli,
modelli pedagogici. Oggi serve
buona amministrazione,
progettualità, buon governo, semplificazione e chiarezza.
Basta con la montagna di norme di regolamenti confuse e
incomprensibili.
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Non si può ripartire da zero ogni volta.
Non cancellare come è sempre accaduto ciò che di buono i
ministri precedenti hanno fatto.
Merito,
valutazione, autonomia: l’Italia è pronta.
Merito:
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E’
una delle più alte forme di democrazia.
Come dice Abravanel è riduttivo pensare che tutto si riduca a
combattere fenomeni quali i fannulloni o le raccomandazioni. La
meritocrazia è un
sistema di valori che promuove l’eccellenza delle persone
indipendentemente dalla loro provenienza sociale, economica,
etnica. In Italia si fa troppo spesso carriera solo per
conoscenze o anzianità. Il paradosso è che a credere che la
meritocrazia produca disuguaglianza sono proprio quelli che ne
beneficerebbero. L’Italia è uno dei Paesi più "diseguali" al
mondo. Il Merito è intelligenza più impegno.
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La
scuola deve premiare gli studenti migliori.
Nessuna ambiguità su questo tema. Se i risultati sono uguali per
tutti, saranno sempre i figli dei privilegiati a prevalere.
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Necessaria una rivoluzione culturale:
non sarà semplice, non sarà immediato ma io voglio dare il mio
contributo per spargere i "semi
del merito". Germoglieranno ne sono sicura, l’Italia è
pronta.
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Il
programma del Pd sulla scuola
dice "è
necessaria una vera e propria carriera professionale degli
insegnanti che valorizzi il merito e l’impegno" e ancora
"realizzare un nuovo salto dell’autonomia degli istituti
scolastici, facendo leva sulle capacità manageriali dei loro
dirigenti". Sono d’accordo.
Valutazione:
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Che deve essere sia degli studenti che dei
professori.
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Devono essere previsti sistemi premianti per il
corpo docente e al contempo una valutazione del loro lavoro.
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No a una a scuola che è stata usata come
un ammortizzatore sociale con il
risultato di stipendi da fame, tramonto della cultura del
merito, tramonto del senso della scuola.
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Lo stato dà poco, non può chiedere che poco.
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No alla scuola come semplice progettificio.
Autonomia:
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Il sistema scolastico italiano e' maturo per
forme avanzate di autonomia.
Valorizzare la governance degli
istituti, dotarla di poteri e risorse adeguate. Dare agli
istituti gli strumenti per operare ma pretendere da essi
capacità gestionale e di programmazione degli interventi.
Altre
considerazioni presenti nella relazione
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Il tema delle risorse:
Il governo Prodi ha varato un piano triennale che noi abbiamo
ereditato e rispetto al quale non possiamo che procedere nel
senso di un contenimento dei costi della spesa pubblica. I conti
dello Stato e la situazione economica internazionale lo
impongono. Ma la scuola è una priorità non è un capitolo di
bilancio qualsiasi. Da essa dipende il futuro del Paese, bisogna
tenerne conto.
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Elogio della fatica e del sudore
:
Gramsci diceva
che la fatica dello studio è l’unico fattore di promozione
sociale. Lo studio è molto faticoso: è un percorso di
adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, a volte con la
noia e la sofferenza. Il nostro
Presidente Napolitano
ci ha rammentato che "lo studio è ad un tempo fatica e alta
gratificazione".
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Vi è in Italia una emergenza educativa
così come autorevolmente segnalato dal Santo Padre.
Lo stesso Presidente Napolitano ha voluto
manifestarmi i suoi sentimenti di preoccupazione.
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Integrazione:
insegnare la lingua italiana e la costituzione della
repubblica. Oltre alle tre "i" bisogna aggiungerne una
quarta, quella di italiano. Oramai
l’integrazione non è più un problema filosofico e culturale. E’
chiaro che la presenza degli stranieri nelle scuole è un dato
acquisito. Ma come sanno molte mamme il problema da culturale è
diventato didattico: nella classi con molti bimbi immigrati, gli
italiani sono costretti a lezioni inevitabilmente più lente per
venire in contro alle lacune di quelli stranieri. Anche su
questo va fatto qualcosa, e anche su questo chiedo che il
dibattito sia meno ideologico e più pragmatico possibile.
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Ripristino della disciplina a scuola. Non
saranno più tollerati gli atti
che non rispettino i compagni di classe, gli insegnanti, le
strutture, il patrimonio comune. Allo studio provvedimenti e
norme più severe.
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Aiutare tutti coloro che per motivi
fisici, economici, sociali
incontrano difficoltà nell’apprendimento e nella didattica
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Gli stipendi degli insegnanti vanno
adeguati alla media Ocse. Per far
questo dobbiamo aggredire la cause dell’iniquità del sistema,
mediocre nell’erogazione dei compensi, mediocre nei risultati,
mediocre nelle speranze.
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Scuola paritaria:
La legge 62/2000, varata da un Governo di centro- sinistra otto
anni fa, garantisce in Italia un sistema pubblico di istruzione
in cui convivono, in piena osservanza costituzionale, scuole che
sono dello Stato e scuole paritarie istituite e gestite da
privati. Tutte svolgono un servizio pubblico, in quanto tenute a
rispondere a precise indicazioni ordinamentali stabilite dal
sistema legislativo. Le scuole statali servono oltre il 90%
dell’utenza, sono quindi una realtà estremamente ampia e
capillarmente diffusa sul territorio nazionale. D’altra parte
sta crescendo in tante zone d’Italia la domanda delle famiglie
di percorsi educativi con specifiche connotazioni, cui la scuola
paritaria può fornire risposte adeguate. Un sistema pubblico di
istruzione che fondi sul principio di sussidiarietà forme di
pluralismo educativo è la risposta alle esigenze di istruzione e
formazione del cittadino.
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Conclusione dell’intervento:
"Non dobbiamo rassegnarci, non dobbiamo credere che la scuola
italiana sia un malato terminale: è necessario uno scatto
d’orgoglio di tutti. Io ci credo, io sono ottimista, io ci metto
la faccia. Vi chiedo di aiutarmi in questo sforzo di
ricostruzione della principale infrastruttura italiana".
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