I PRIMI SCRUTINI
Fioroni "Migliaia di rimandati? L'ex ministro: "Nelle scuole si studia di più, era il mio obiettivo" Antonella Rampino, La Stampa, 16.6.2008
ROMA
«Io non ho fatto nessuna riforma. Ho solo
ripristinato un requisito di serietà fondamentale, per lo Stato come
per gli studenti: a scuola ci si va per apprendere. Lo sa cos’era
successo fino ad allora? In dodici anni avevamo promosso nove
milioni di studenti. Ottocentomila asini promossi ogni anno con
debito. Perché ci indigniamo che studenti poveri di sapere si
rimettano chini sui libri? Perché non ci indigniamo per università a
numero chiuso, come la Ca’ Foscari di Venezia, dove la metà dei
posti resta vuota perché gli studenti non sanno scrivere
correttamente in lingua italiana? Perché non ci indigniamo del fatto
che per lo stesso motivo resta vuoto il 33 per cento dei posti ai
concorsi per magistrato? E non parliamo poi della matematica... Non
si poteva andare avanti così. Bisognava ripristinare il merito. Un
principio scritto anche nella Costituzione». La percentuale del 25 per cento di rimandati però lascia ben sperare per il futuro...
«Intanto, bisogna vedere se quel dato
previsionale verrà confermato. Erano circa il 40 per cento i ragazzi
che accumulavano debiti sull’anno scolastico successivo. Una cifra
spaventosa. Evidentemente, la risposta alla correzione di rotta c’è
stata: significa che i ragazzi hanno studiato di più già nel secondo
quadrimestre. Si sono rimboccati le maniche: questo va nella
direzione giusta, era il risultato che m’ero prefisso». Lei è un politico avveduto: non teme tante famiglie italiane con le vacanze rovinate?
«Vorrei fare un appello: non è più possibile
che i genitori facciano i sindacalisti dei figli. Per il loro bene,
i genitori devono collaborare con la scuola. Per il bene loro, e per
il bene del Paese. Un asino con debiti da 4 in matematica che passa
l’anno come il suo compagno di banco che in quella materia ha un 9 è
un messaggio velenoso per tutta la società. Significa dire a quello
del 9 che si va avanti benissimo facendo i furbi, e a quello del 4
che studiare non serve, meglio appunto fare il furbo. Nella scuola
come nel resto del Paese il criterio dev’essere quello del merito:
sennò, senza merito, restano solo le raccomandazioni e i soldi. Un
Paese non può funzionare così, a cominciare dalla scuola. Mi pare
che di questo sia consapevole anche il nuovo ministro Gelmini, che
ha confermato la mia correzione di rotta». E sui professori, nulla da dire?
«Bisognerà monitorare bene il dato sui
recuperi. Perché è chiaro che se in una classe di venti alunni oltre
la metà è stata rimandata, poniamo, in matematica, vorrà dire che
c’è anche un problema di professore. E i professori devono essere
riqualificati, con aggiornamento professionale adeguato,
rimettendosi a studiare davvero anche loro. Sui banchi del sapere,
non sui siti Internet». I RISULTATI Debiti da recuperare per uno studente su 4 I primi scrutini Il venticinque per cento degli studenti ha preso il debito formativo e passerà l’estate sui libri. Il dato è provvisorio e riguarda gli scrutini di Milano e Torino. A fine agosto, dunque, i nuovi rimandati si dovranno presentare a scuola e dimostrare di aver rimediato alle insufficienze.
Una prima analisi degli scrutini dice che i ragazzi hanno studiato molto di più nel secondo quadrimestre rispetto agli altri anni. E’ il segno che i debiti formativi per la prima volta hanno spaventato davvero gli studenti italiani. Dal questionario di fine anno dell’istituto Steiner di Torino emerge che i ragazzi hanno studiato in media un’ora in più al giorno.
Nei principali licei di Torino e di Milano le
statistiche parlano di una media intorno al 15%. |