Al Liceo Aprosio
Prof di Scienze nega interrogazione ad alunno: da Scuolaviolenta, 6.6.2008 Ventimiglia - Il professore è andato dai carabinieri, minacciando a sua volta querele, ma alla fine ha desistito, preferendo chiudere un occhio, anche perché pare che ci sia la volontà della donna e del figlio, di chiedere scusa al professore. Siamo ormai agli sgoccioli. Anche quest'anno scolastico sta, più o meno lentamente, volgendo al termine e c'è già chi, da una parte, si accinge ad affrontare un'estate all'insegna della spensieratezza, grazie al buon rendimento dimostrato durante l'anno e, chi, dall'altra, cerca, invece,di salvarsi in corner (come si dice), agguantando a tutti i costi una risicata sufficienza.
La tensione cresce e non solo tra gli alunni,
visto che a perdere le staffe, nel nostro caso, è stato un genitore.
Per la precisione la madre di uno studente di 16 anni, iscritto al
secondo anno del Liceo Scientifico Aprosio di Ventimiglia, che ha
promesso all'insegnante di Scienze restio a concedere al figlio
un'interrogazione riparatoria di Il professore è andato dai carabinieri, minacciando a sua volta querele, ma alla fine ha desistito, preferendo chiudere un occhio, anche perché pare che ci sia la volontà della donna e del figlio, di chiedere scusa al professore. L'episodio, accaduto mercoledì scorso (4 giugno), non è certo passato inosservato, visto il trambusto creato in classe dove si è consumata la piazzata.
Un caso di bullismo? Di "cretinismo"? Vero è che
a farne le spese è stato il professor Stefano A., che da due anni
lavora come supplente di Scienze. «Non sono un professore di ruolo,
ma un insegnante con incarico annuale spiega il professore . Sono
un libro professionista che ha deciso di lavorare come insegnante
per una lunga serie di motivi, anche se credo che dal prossimo anno
lascerò questa attività, per tornare alla mia attività originaria.
Cosa è successo? Semplice, il figlio di questa signora si lamentava,
dicendo che non gli avevo dato la possibilità di rimediare a dei Prosegue l'insegnante. «A quel punto, il mio alunno è uscito di classe sbattendo la porta ed ha chiamato al cellulare la madre. Preciso che per il suo comportamento gli ho anche dato una nota sul registro di classe. Lui mi ha detto che non sarebbe finita qui ed io me ne sono reso conto, quando all'ora successiva è irrotta in classe la signora che ha chiesto di avere un colloquio con me. Io ho provato a spiegarle che non potevo, perché stavo interrogando i ragazzi. A quel punto, ha cominciato a inveirmi contro, dicendo che mi avrebbe fatto picchiare dal marito».
Finisce qui? «In un primo istante, mi sono
rivolto ai carabinieri, intenzionato a denunciarla per le sue
affermazioni; ma, poi, ci ho ripensato, perché credo e voglio ben
sperare che quel gesto di disappunto sia stato dettato dalla
tensione di fine anno e non da un reale accanimento nei miei
confronti». |