L'Italia lesina aiuti per l'istruzione
dei Paesi in via di sviluppo.

 Tuttoscuola, 11 giugno 2008

La spesa media annua per l'istruzione di un bambino, secondo dati dell'Unesco, ammonta a circa 6.800 in Italia, ma è di soli 17 dollari nel Burundi, 19 in Uganda, 24 in Eritrea.

Da anni i Paesi ricchi assegnano una quota della loro ricchezza per l'istruzione nel terzo mondo, ma da alcuni anni a questa parte, secondo una stima di Save the Children, la grande organizzazione internazionale indipendente a difesa e tutela dell'infanzia, la solidarietà si è attenuata.

L'Italia ha destinato 11 milioni di dollari per l'istruzione nei Paesi del terzo mondo, ma, oltre al fatto che questo aiuto è fermo al 2004, risulta essere anche uno dei meno consistenti in ambito internazionale, collocando infatti il nostro paese al terz'ultimo posto, davanti ad Austria e a Grecia, preceduta, al quart'ultimo posto, dagli Stati Uniti.

I più generosi sono l'Olanda, la Norvegia, il Lussemburgo e la Gran Bretagna.

Secondo le stime di Save the Children servono 9 miliardi di dollari per aiutare l'istruzione primaria per aiutare 72 milioni di minori che non hanno accesso all'istruzione di base, dei quali più della metà vive in Paesi in guerra o reduci da conflitti bellici recenti.

La quota a carico dell'Italia è di 276 milioni di dollari, che, come si è detto, si è fermata a 11 milioni quattro anni fa.