Gelmini: Tuttoscuola, 25 giugno 2008 È una Mariastella Gelmini a tutto campo quella che ha rilasciato una lunga intervista a Luigi Illiano ("Scuola: merito e rigore unica cura" sul Sole 24 Ore di oggi), all'indomani delle anticipazioni (si veda il nostro pezzo L'articolo 70 del Dpef che taglia altri 143.000 posti nella scuola) circa i drastici tagli di personale e di risorse per la scuola previsti nella bozza di DPEF 2009-2013. Tagli confermati, dal ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, che li commenta così: "Una cura da cavallo inevitabile per la scuola. Questo Governo è stato eletto per risanare i conti pubblici. È un impegno di rigore con gli italiani e va mantenuto". È un impegno da centrare, non ci sono alternative, dichiara la Gelmini, "Non è più tempo di ipocrisie. La scuola è prima di tutto un servizio, di cui dobbiamo abituarci a misurare i costi, i benefici, la qualità, il grado di soddisfazione degli utenti e di coloro che vi lavorano". All'opposizione e ai sindacati, il ministro chiede di fare la loro parte, che ci sia "una presa di coscienza molto schietta e realistica sulla fotografia di cosa c'è e cosa bisogna cambiare. Per dare vita a una grande alleanza verso il cambiamento che è fatto di una difesa delle risorse ma anche di uno sforzo per impiegare meglio quelle che ci sono". Il ministro rivendica la continuità con il rigore iniziato col Governo Prodi, che aveva eliminato 47mila posti, e ricorda "che in Italia abbiamo 200mila docenti in più della Germania che ha 20 milioni di abitanti in più. E il personale Ata è il più numeroso d'Europa". Purtroppo, continua la Gelmini, il Ministero non ha mai rispettato gli impegni di risparmio presi: "È colpa di una situazione che ci trasciniamo nel tempo e oggi non abbiamo più la possibilità di dilazionare: adesso dobbiamo intervenire. Comunque, non mi servono buone intenzioni, nemmeno suggerimenti che non tengono conto di una contabilità economica. Perché se noi non avessimo un debito pubblico che è tra i più alti in Europa, una spesa pubblica da riqualificare, credo che chiunque sarebbe stato capace di migliorare la situazione della scuola". Il ministro respinge le accuse di un commissariamento da parte da parte dell'Economia nei confronti dell'Istruzione: l'azione è "sinergica e coerente da parte di tutto il Governo. Inoltre i tagli non riguardano solo la scuola". I precari saranno i più colpiti dai futuri tagli: "È uno dei problemi che mi sta più a cuore" ammette la Gelmini. "In passato, purtroppo, questo Paese ha creato aspettative continue alimentando il parco dei precari. Questo bisogna dirlo e avere anche il coraggio di dire basta. Voglio arrivare a non avere una situazione di precariato di queste dimensioni. Non voglio la frustrazione nei docenti. Sono disposta ad avere un po' di insegnanti in meno, ma più preparati e meglio pagati". Occorre riallocare le risorse professionali "dove servono". Una delle ipotesi è offrire a "una parte di queste persone (...) un'opportunità di lavoro (nel turismo) in un contesto di rilancio del sistema Paese". Le immissioni in ruolo previste dall'ultima Finanziaria potrebbero essere le ultime per qualche anno ("per ottenere alcune cattedre, tra domanda e offerta, è stato calcolato che potrebbero trascorrere anche trent'anni"), e, soprattutto, le ultime con l'attuale sistema di reclutamento. Le cifre delle indiscrezioni sulle assunzioni (25mila insegnanti e 7 mila Ata) non sono confermate, né smentite dal ministro, ma sono "abbastanza vicine" a quei numeri e tuttora oggetto di trattativa. Il ministro spiega però che occorre "dire basta a questo metodo", colpevole di "utilizzare la scuola come ammortizzatore sociale". Sui nuovi corsi Siss (Scuole di specializzazione all'insegnamento) a pagamento organizzati dalle università, che fabbricheranno altri docenti precari, il ministro dichiara che "si crea un'aspettativa che poi viene disattesa" e che "non è da escludere un provvedimento drastico". In presenza di queste notizie sugli organici, altre questioni di grande rilevanza (il federalismo scolastico, le prospettive dell'istruzione tecnica e professionale, l'inizio del prossimo anno scolastico 2008-2009) passano inevitabilmente in secondo piano nell'intervista. Il ministro non è ancora in grado di dire se da settembre 2009 partirà la nuova scuola superiore, a base regionale ("ci stiamo pensando e stiamo valutando con le Regioni"). Confindustria sta dando il suo contributo, per "portare in serie A sia l'istruzione tecnica che quella professionale". Per l'inizio dell'anno a settembre, la Gelmini, vuole "avere tutti i docenti in cattedra. I direttori regionali che non risponderanno a questo, un minuto dopo saltano". L'obiettivo successivo, a medio termine, è "di risalire le classifiche internazionali sugli apprendimenti degli studenti. Non sopporto di vedere il mio Paese in fondo alla lista". |