Il nodo della parità incompiuta/1. Tuttoscuola, 3 giugno 2008 "In Italia l'attuale sistema educativo prevede la scuola pubblica" che "può essere statale o parificata, ma sempre all'interno dell'ordinamento scolastico nazionale del quale lo Stato è garante". Ma se le scuole cattoliche che rientrano in tale ordinamento ne rispettano i requisiti, svolgendo un servizio pubblico, "non è corretto" applicare ad esse il divieto di finanziamento costituzionale, che vale solo per le scuole private. Il cardinale Bagnasco, presidente della CEI, non poteva essere più esplicito nel tradurre in una considerazione pratica, quasi un'indicazione operativa per il governo in carica, il passaggio del discorso rivolto lo scorso 30 maggio da Benedetto XVI alla cinquantottesima Assemblea generale dei vescovi italiani nel quale il Pontefice aveva affermato che "non sembra giustificarsi l'esclusione di un adeguato sostegno all'impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico". Sembra così riproporsi ancora una volta, ma in termini più stringenti, e in un contesto diverso e più favorevole, la richiesta di sostegno finanziario alle scuole paritarie già avanzata in passato da Giovanni Paolo II e dallo stesso Benedetto XVI. E questo potrebbe essere uno dei temi in agenda in occasione dell'annunciata visita al Papa del presidente del Consiglio Berlusconi, fissata per il prossimo 6 giugno.
Era stato lo stesso Benedetto XVI a domandarsi pubblicamente, sempre
in occasione dell'Assemblea della CEI, "se non gioverebbe alla
qualità dell'insegnamento lo stimolante confronto tra centri
formativi diversi suscitati, nel rispetto dei programmi ministeriali
validi per tutti, da forze polari multiple, preoccupate di
interpretare le scelte educative delle singole famiglie". Una
domanda che l'attuale Pontefice non mancherà di rivolgere anche al
capo del governo italiano. |