Lo prevede la cm del 4 giugno del ministero dell'istruzione.
Organici, addio a 10 mila cattedre.
Pronti i tagli previsti dalla Finanziaria: da ItaliaOggi, 10.6.2008 Più cattedre al Nord e tagli concentrati nel Sud Italia. È quanto emerge dal quadro definitivo delle riduzioni sugli organici dei docenti disposti dal ministero della pubblica istruzione in attuazione della Finanziaria di quest'anno. La tabella con i dati è stata trasmessa agli uffici periferici dal ministero della pubblica istruzione con una circolare emanata il 4 giugno scorso (prot. AOODGPER 9242 del 4/6) pubblicata integralmente a pagina 20. Tagli più pesanti di anno in anno. Dal quadro complessivo emerge che rispetto all'anno scorso il taglio è più pesante, soprattutto a fronte di uno stimato calo demografico. A fronte di circa 7mila cattedre tagliate nel 2007, per il prossimo anno è prevista la cancellazione di 10mila cattedre. Nessuno sconto, dunque, su quanto previsto in Finanziaria. L'amministrazione, infatti, si è limitata a ridistribuire i tagli tenendo conto che in alcune regioni le stime sul calo demografico sono risultate inesatte. E quindi ha effettuato delle semplici compensazioni. La seconda fase. La tabella allegata alla circolare distingue, peraltro, tra organico di diritto e organico di fatto. Vale a dire tra l'organico previsionale e quello che poi viene effettivamente costituito secondo le reali necessità. Resta il fatto, però, che in alcune realtà gli uffici hanno disposto tagli in organico di diritto che superano quanto richiesto. E dunque, in organico di fatto dovranno essere recuperate le cattedre erroneamente cancellate.Ciò potrebbe favorire almeno in minima parte il riassorbimento degli esuberi e, in qualche misura, anche la costituzione di nuovi corsi di strumento musicale. Idem per i posti sostegno, specie per i posti in deroga. Si tratta, però, di fenomeni molto contenuti, concentrati in pochissime regioni. Trasferimenti bloccati. Resta il fatto che i tagli già apportati in organici di diritto hanno determinato in molti casi l'azzeramento delle possibilità di ottenere il trasferimento interprovinciale per tanti docenti che lavorano fuori provincia. E ciò non potrà essere compensato in organico di fatto, perché la fruizione della mobilità annuale (assegnazioni provvisorie) determina la decadenza del punteggio di continuità.Una vera e propria iattura che dissuade gli interessati dall'utilizzo massiccio di questo istituto.Ottenere il trasferimento per un anno, infatti, comporta in primo luogo la perdita dell'eventuale bonus di 10 punti. Vale a dire, di una tantum che si acquisisce se non si è ottenuto il trasferimento o l'assegnazione in un determinato periodo, ma che si perde una volta che lo si è ottenuto (si veda la nota 5 ter delle note comuni allegate al contratto sulla mobilità).E in più, l'ottenimento dell'assegnazione provvisoria, analogamente al trasferimento, comporta anche l'azzeramento del diritto alla maggiorazione di punteggio che si ottiene insegnando per almeno 3 anni di seguito nella stessa scuola. Oltre che in presenza di altre condizioni (nota 5).E anche in questo caso il danno è ingente perché si tratta di 2 punti in più per i primi 5 anni e di 3 punti in più per gli anni successivi. Meno speranze per le immissioni. Non solo. I tagli massicci sull'organico di diritto determineranno anche un'ulteriore diminuzione delle probabilità di passare di ruolo per i precari. Anche per quelli in pole position nelle graduatorie. Specie in quelle classi di concorso che hanno subito particolarmente gli effetti delle riduzioni di organico. Si pensi alla classe di concorso A050 (lettere istituti tecnici) oppure alla tante classi di concorso di nicchia dove i tagli hanno determinato esuberi strutturali, che hanno definitivamente azzerato i posti vacanti. Ma la stessa cosa vale anche per le scuole elementari, dove agli effetti negativi del calo demografico si è aggiunto anche il riassorbimento delle insegnanti specialiste di inglese sul posto comune. E ora veniamo ai numeri. Chi vince chi perde. A guidare la classifica degli incrementi è l'Emilia Romagna con 926 cattedre in più, seguita a ruota dalla Lombardia con 726 posti in più. Più pingue anche l'organico della Toscana con 580 cattedre in più. I posti aumentano anche in Veneto di 305 unità e in Piemonte di 132 cattedre. Per il resto è una vera e propria ecatombe di posti di lavoro. A guidare la classifica delle regioni con il segno meno è la Campania, il cui organico ha subito amputazioni nell'ordine di ben 3.213 cattedre. A seguire la Sicilia (-2.521), la Calabria (-1.655), la Puglia (-1.410) e la Sardegna (-1.281). Tagli al di sotto delle mille unità in tutte le altre regioni: Lazio (-821), Basilicata (-485), Abruzzo (-356), Liguria (-298), Molise (-298), Liguria (-298) , Umbria (-77) e Friuli (-55).
Più alunni per classe. Sono state inoltre
applicate tutte le altre misure individuate dalla legge stessa per
il raggiungimento dell'obiettivo, quali l'innalzamento del rapporto
alunni/classe, la riduzione dei posti di docenti specialisti di
lingua inglese nella scuola primaria, la possibilità di derogare ai
parametri stabiliti per la formazione delle classi (si veda
ItaliaOggi dell'8 gennaio 2008). Gli ultimi ritocchi agli organici
sono stati apportati sulla base dei dati relativi al numero degli
alunni comunicati dalle scuole tramite il sistema informativo, e in
considerazione delle verosimili variazioni che, specialmente
nell'istruzione secondaria di II grado, saranno riscontrabili con
l'inizio dell'anno scolastico. |