Fioroni diffida Milano
sulle norme d'iscrizione per gli extracomunitari .

 La Stampa del 9/1/2008

 

ROMA
Il comune di Milano ha tempo 10 giorni per ripristinare le norme che regolano le iscrizioni alle scuole dell’infanzia per i bambini extracomunitari privi di permesso di soggiorno o in ritardo nei pagamenti scolastici. Se il comune non ottempererà alle indicazioni, l’Ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l’erogazione di ogni contributo statale.

Nè dà notizia il ministero della Pubblica Istruzione spiegando che la diffida porta la firma del direttore scolastico regionale per la Lombardia Anna Maria Dominici d’intesa con il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni.

Nel dettaglio, il direttore scolastico regionale «ha diffidato il Comune di Milano al ripristino, entro 10 giorni, del rispetto delle norme relative all’iscrizione alle scuole dell’infanzia dei bambini extracomunitari privi di permesso di soggiorno». Potranno essere accolti - si legge nella nota - «solo i bambini che compiranno 3 anni entro il 31 dicembre 2008 o al massimo entro il 31 gennaio 2009 in presenza di disponibilità di posti. Peraltro i bambini che compiranno i 3 anni dopo tali date, e che il Comune avrebbe voluto iscrivere, potranno essere accolti nelle nuove e numerose sezioni primavera per le quali il Comune di Milano ha già avuto autorizzazioni e risorse dal Ministero».

La diffida impegna inoltre il Comune, in base ai vincoli della legge sulla parità, «a garantire il diritto all’iscrizione a tutti i bambini in qualsiasi condizione si trovino, compresa la situazione di morosità delle famiglie per i pagamenti scolastici. Il Comune di Milano, in quanto Ente Gestore di scuole non statali paritarie è infatti tenuto a rispettare gli ordinamenti del Sistema Nazionale di Istruzione e i provvedimenti vigenti anche in materia di iscrizione degli alunni».

La diffida inviata dal Ministero «prevede che se entro dieci giorni il Comune non ristabilirà il rispetto delle norme, l’Ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l’erogazione di ogni contributo statale».

«Il diritto all’istruzione - ha commentato il ministro Giuseppe Fioroni - è uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Impedirne la fruizione significa ledere la dignità della persona umana. Non possono esistere deroghe a questa fruizione né per le colpe dei padri né per lo stato di povertà.

L’intero assetto legislativo, fino ad oggi e a prescindere dai colori politici dei governi, non ha mai messo in discussione il fatto che un bambino che vive sul nostro territorio abbia diritto ad essere istruito e curato e questo indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche della famiglia».