Treviso, il dialetto materia curricolare di Luigi Mariano Guzzo La Tecnica della Scuola del 18/1/2008. In una scuola primaria non statale di Treviso, d’ispirazione cattolica, il dialetto è diventata materia di studio obbligatorio. Si partirà dalla prima classe e sarà utilizzata la quota del 15 per cento del curricolo locale, per un totale complessivo di trenta ore annue. Dal prossimo anno scolastico il dialetto veneto, in generale, e trevigiano, in particolare, sarà regolarmente insegnato in una scuola primaria non statale di Treviso, gestita dalla Cooperativa sociale "Insieme si può". Si partirà dalla prima classe e sarà utilizzata la quota del 15 per cento del curricolo locale, per un totale complessivo di trenta ore annue. Per la dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Maria Giuliana Bigardi: "Dimenticare le proprie radici è sempre sbagliato. Conoscere le proprie tradizioni dà ragione della nostra identità. L'iniziativa è lodevole. Deve però servire unicamente da confronto con altre culture e con la lingua attuale. L'obiettivo deve essere quello della riscoperta delle proprie radici”. Accanto all'italiano, alla storia e alla matematica, alla lingua inglese, si tratterà infatti di conoscere e familiarizzare con il dialetto locale, che ormai tanti alunni non conoscono più. I promotori dell’iniziativa non nascondono le difficoltà e le insidie che potrebbero celarsi dietro il “nuovo” insegnamento.
Precisa Luigino Smaniotto, direttore del terzo circolo
didattico di Treviso: "Uno studio sulla cultura locale non è affatto
da scartare. Ma in certe classi con un'alta percentuale di alunni
stranieri sarà arduo proporre la lingua veneta. Però è vero che il
dialetto ormai si sta perdendo. Di anno in anno - aggiunge Smaniotto -
mi accorgo che sempre meno bambini lo conoscono. Credo comunque che
sia illusorio pretendere di insegnare il dialetto nell'ambito di un
discorso puramente linguistico. Deve piuttosto diventare l'espressione
di una cultura e di una tradizione". |