Quando i bambini da Tuttoscuola, 13 febbraio 2008
È una notizia che viene dall’Inghilterra (Times dell’8 febbraio 2008), ma potrebbe riguardare anche quelle famiglie italiane (oltre 55 mila secondo dati ufficiosi) con tanta voglia di anticipare l’istruzione dei propri figli, iscrivendoli prima dei sei anni di età alla scuola elementare. L’università di Cambridge ha pubblicato una ricerca della Fondazione nazionale inglese per la ricerca educativa dalla quale emerge che l’approccio precoce alle lezioni causerebbe risultati negativi, in età più matura, rispetto al normale apprendimento scolastico. Lo studio mette a confronto sistemi scolastici di vari paesi fra cui Scozia, Paesi Bassi, Germania, Nuova Zelanda nei quali l’età d’ingresso nella scuola oscilla fra i quattro e i sei anni. L’Inghilterra si trova fra i paesi in cui i bambini possono accedere alla scuola a quattro anni, in classi di passaggio tra la scuola dell’infanzia e la primaria. Alcuni ricercatori hanno osservato che, in un’età in cui l’attività principale è il gioco, i bambini subiscono invece pressioni perché apprendano precocemente - seppure attraverso il gioco - lettura, scrittura e calcolo spesso in ambienti di ridotte dimensioni o mancanti di attrezzature adatte per la loro età, con brevi tempi per la mensa ed insegnanti spesso poco pratici di bambini così piccoli. Di contro, si evidenzia come anche gli insegnanti siano fortemente sollecitati dai colleghi del livello superiore di scuola perché i bambini passino alla primaria già in possesso degli apprendimenti di base. Le ricerche sono a tutt’oggi concentrate sull’appropriatezza del curriculum proposto agli alunni, sul metodo d’insegnamento e sull’ambiente messo a loro disposizione. Tale studio ha sollevato non poche domande e il dibattito, nella società britannica, continua.
Messo in questi termini, l’anticipo non ne esce condannato in ogni
caso. È più una questione di metodo e di forma appropriata per
metterlo in atto. |