I dati del ministero per il prossimo anno:
travaso di 42mila alunni
tra le due parti del Paese. In 10 anni il meridione ha perso 278mila
studenti
Scuola, il Mezzogiorno si spopola
e al Nord classi sempre più piene.
Salvo Intravaia la Repubblica
del 19.2.2008
Sempre meno alunni al
Sud mentre al Nord, grazie agli immigrati, le classi si riempiono. E'
il trend delineato dalle previsioni ministeriali legate agli organici
per il prossimo anno scolastico. Per effetto dell'invecchiamento della
popolazione, le scuole delle regioni meridionali si stanno svuotando
rapidamente. Al contrario, nelle regioni settentrionali e dell'Italia
centrale la cosiddetta popolazione scolastica è in continuo aumento.
Un fenomeno che - inoltre - sta creando un progressivo spostamento
delle cattedre e delle opportunità d'insegnamento verso le regioni del
Centro-nord, dove i precari scarseggiano e le scuole cominciano ad
avere difficoltà a trovare gli insegnanti. Il tutto proprio quando la
maggior parte degli supplenti meridionali ha deciso di ritornare a
casa. Ecco il quadro dell'Italia che viaggia a due velocità anche in
campo scolastico.
Il prossimo
anno.
Secondo le previsioni formulate dai tecnici di viale Trastevere, nel
2008/2009 le scuole del Paese ospiteranno 10 mila alunni in più
rispetto all'anno in corso. Ma la crescita della popolazione
scolastica non sarà affatto distribuita in modo uniforme. Gli istituti
delle regioni settentrionali dovranno organizzarsi per trovare posto
circa 42 mila bambini e ragazzi in più, al Centro saranno 11 mila i
posti da raggranellare mentre al Sud le classi si svuoteranno perdendo
oltre 42 mila alunni. In dieci anni, dal 1998/1999 al 2008/2009, il
meridione d'Italia ha perso 278 mila alunni. Nello stesso periodo, al
Nord la popolazione scolastica è cresciuta di 338 mila unità. Due le
principali cause di questa migrazione verso le regioni settentrionali:
gli alunni immigrati e il trend demografico.
Gli immigrati.
In un decennio, le aule scolastiche italiane sono rapidamente
diventate multietniche. Nelle scuole statali, quest'anno, studiano
quasi 500 mila stranieri. Nel 1998/1999 erano appena 85 mila. Il
grosso degli alunni con cittadinanza non italiana è, tuttavia,
concentrato nelle sei regioni del Nord, che a settembre ne accoglierà
circa due terzi del totale. In Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia
Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria il prossimo anno saranno
circa 368 mila. Nelle otto regioni meridionali se ne conteranno appena
56 mila.
I giovani.
Grazie agli immigrati e alla ripresa delle nascite, al Nord la
popolazione è più giovane di dieci anni fa. Al Sud è, invece, sempre
più anziana. Secondo le ultime rilevazioni demografiche condotte dall'Istat,
nel settentrione i cittadini di età compresa fra 3 e 18 anni, in due
lustri, si sono incrementati del 9 per cento. Trend opposto da Roma in
giù: meno 500 mila giovani, pari a un decremento del 12 per cento.
Le cattedre e i
tagli.
La migrazione degli alunni e il taglio alle cattedre, imposto dalle
ultime manovre economiche, ha spostato migliaia di posti. In appena
tre anni, il Centro-sud ha dovuto sacrificare sull'altare del
risanamento dei conti pubblici ben 24 mila cattedre. Solo al Nord il
consistente incremento di alunni ha consentito una leggera espansione
degli organici: più 3.500 posti. Il tutto, proprio mentre l'ultimo
aggiornamento delle graduatorie dei precari ha visto ritornare al Sud
migliaia di precari meridionali che in passato hanno tentato la
fortuna al Nord. Così, oggi, nelle regioni settentrionali le
possibilità di essere assunti si moltiplicano mentre al Sud tutto si
complica.