Milano, il giudice della Prima sezione civile dà
ragione a una donna marocchina
che adesso potrà iscrivere suo figlio alla materna. "Quella norma va
cambiata"
Esami di riparazione, è rivolta.
Le scuole superiori alle
prese con gli effetti del decreto Fioroni:
chi deve ricuperare rischia di essere sui banchi a fine agosto
di Giuseppe Filetti, la Repubblica
ed. di Genova, 14.2.2008
Non è bastato un
"summit" dei presidi della provincia di Genova. Non è stato
sufficiente il parere, seppure informale, del ministro
dell'Istruzione, quando lo scorso 10 gennaio fu interrogato ai
Magazzini del Cotone da un gruppo di docenti e di capi di istituto.
Che gli chiedevano quando e come organizzare i corsi di recupero ed i
relativi scrutini di valutazione. «Ogni scuola ha la sua autonomia -
aveva risposto Beppe Fioroni - e può prepararsi come meglio crede».
Così non è. Almeno a sentire docenti e presidi, ma anche sindacalisti
di categoria e famiglie. Così non è, se l'Associazione Nazionale
Presidi della provincia di Genova oggi assume una posizione molto dura
sul decreto che dopo 13 anni per gli studenti delle scuole superiori
reintroduce una sorta di esame di riparazione, trasformato in verifica
per valutare se l'allievo ha estinto i debiti formativi accumulati
nell'anno scolastico precedente. «Esprimiamo forti riserve sul
meccanismo messo in piedi dal ministro - sentenzia il presidente,
Santo Deldio - è un sistema burocratico, estremamente difficoltoso da
attuare, un marchingegno destinato al fallimento dal punto di vista
organizzativo».
C'è molta confusione sui corsi di recupero estivi, quelli che
dovrebbero servire a saldare i debiti formativi degli studenti, e
soprattutto sulle successive prove di verifica. C'è il rischio di
compromettere le ferie dei professori e, specialmente, quelle delle
famiglie, costrette a programmarle in base agli impegni dei figli
"rimandati". «C'è preoccupazione sull'effettiva applicazione delle
normative ministeriali - sentenzia Dino Castiglioni, segretario
regionale della Cisl-Scuola - da una parte fissano gli obblighi,
delegano i collegi docenti a stabilire la tempistica e le scadenze,
dall'altra occorre farne un uso compatibile con tutti gli altri
adempimenti di fine anno». Anche se Castiglioni ci tiene a
puntualizzare il principio positivo dell'introduzione delle
riparazioni: «Soprattutto perché finalmente è la scuola a farsi carico
del recupero, sottraendo i ragazzi ed i genitori al mercato selvaggio
delle lezioni private».
Tutto ciò succede mentre la macchina è già in moto. In questi giorni
parte la prima tranche dei corsi di recupero per gli oltre 25 mila
studenti genovesi. Dopo lo scrutinio del primo quadrimestre ogni
istituto si attrezza come meglio può, con lezioni pomeridiane, oppure
con i corsi da tenere nella settimana di fermo didattico. Solo per chi
ha dei debiti formativi. «Noi, in allegato alle pagelle, stiamo
consegnando alle famiglie la documentazione riguardante tutti i cicli
che verranno attivati prossimamente - spiega Nunzio Cotena, preside
del liceo classico Colombo - i genitori entro due giorni dovranno
risponderci su cosa intendano fare: se avvalersi dei nostri corsi,
oppure se vogliono fare recuperare i figli autonomamente». Il
decreto-Fioroni, infatti, da questo punto di vista lascia libere le
famiglie. Di scegliere.
Il problema vero rimane invece per le "riparazioni" estive, di fine
anno scolastico. «Su quello non è stato deciso nulla - ammette Cotena
- anche se si pensa di attivarli nella seconda parte di giugno e nella
prima parte di luglio; la verifica finale sarebbe opportuno farla
nell'ultima settimana di agosto». La normativa, però, sembra chiara:
quest'ultima va fatta prima della fine dell'anno scolastico, che per
legge si intende entro il 31 agosto.
I capi di istituto genovesi si sono riuniti, soprattutto per darsi una
uniformità rispetto al trattamento degli studenti, quindi per fornire
una risposta omogenea alle famiglie. Ultimato lo scrutinio di fine
anno, gli alunni con lacune in alcune materie saranno tenuti con il
giudizio sospeso, a loro sarà lanciato l'ultimo salvagente. Per loro
ciascuna scuola organizzerà i corsi di recupero. «Secondo la legge,
però, gli insegnanti non sono obbligati a tenerli - precisa Santo
Deldio - per cui le scuole possono assegnare questo compito ad altri
docenti, ai supplenti, oppure le famiglie possono optare per fare
seguire il figlio da insegnanti privati». In merito il decreto non
dice quali e quanti soldi sono a disposizione dei presidi per pagare
il personale esterno.
«Le soluzioni dipendono dalle varie scuole - spiega Carla Castelli,
preside del liceo psicopedagogico Pertini - alcune fanno i corsi di
recupero a giugno, altre li tengono a luglio, altre ancora più avanti.
Noi li attiveremo entro la metà di luglio e le prove di verifica ai
primi di settembre». Già, perché lo stesso decreto dice che "per
particolari ed eccezionali motivi le verifiche possono essere svolte
nella prima settimana di settembre". Dalle prime avvisaglie sembra che
l'eccezionale sia destinato a diventare regola corrente: per gran
parte dei presidi.