Verso la terza Repubblica?/1. da Tuttoscuola, 13 febbraio 2008
Dopo il fallimento della "missione impossibile" di formare un nuovo governo affidata dal capo dello Stato Napolitano al presidente del Senato Marini, e la conseguente indizione di nuove elezioni per i giorni 13 e 14 aprile 2008, i tempi del cambiamento politico si sono ulteriormente accelerati. Si direbbe che dalla logica centrifuga che aveva caratterizzato le ultime fasi della vita politica italiana in entrambi gli schieramenti (i contrasti nel centro-sinistra, che hanno finito per scaricarsi sul governo Prodi, le miniscissioni e la nascita di nuovi soggetti politici nel centro-destra) si stia rapidamente passando alla logica opposta, quella centripeta, di riaggregazione attorno a due grandi formazioni politiche "a vocazione maggioritaria", non disposte cioè a farsi condizionare (e ricattare, come è stato detto) dalle forze politiche minori: il PD di Walter Veltroni e il Popolo della Libertà di Forza Italia e AN, unito alla Lega da un patto federativo. Fuori da queste due grandi formazioni politiche resterebbero da una parte la sinistra cosiddetta radicale, anch’essa protagonista di un processo di riaggregazione, e dall’altra l’UDC. Cioè quelle forze che all’interno delle coalizioni di rispettivo riferimento, nella storia della seconda Repubblica, dal 1996 a oggi, si erano mostrate più critiche ed esigenti, spesso anche su importanti questioni di politica scolastica.
Forse è presto per parlare di terza Repubblica
(servirebbero, a tal fine, nuove regole elettorali e istituzionali),
ma sembra certo che la stagione delle megacoalizioni conflittuali che
hanno caratterizzato la seconda Repubblica sia ormai alle spalle.
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