Ma le risorse finanziarie da Tuttoscuola, 24 febbraio 2008
Sembra proprio che questa operazione salva debiti attraverso i corsi di recupero estivi fatichi ad essere accettata dal mondo della scuola, soprattutto per il fatto che può mettere a rischio vacanze degli studenti e ferie degli insegnanti. Le obiezioni contrarie sono due e ad entrambe ha già risposto il ministero. La prima è quella che, secondo l’art. 74 del Testo unico, tutte le attività didattiche, gli esami e gli scrutini devono terminare entro il 30 giugno. Il direttore generale per gli ordinamenti, Mario Dutto, ha precisato che le disposizioni particolari attuative della legge n. 1/2007 per la riforma degli esami di Stato consentono alle istituzioni scolastiche, in piena autonomia, di organizzare interventi di recupero anche dopo tale termine. La seconda obiezione riguarderebbe la mancanza di risorse finanziarie. A questa accusa ha risposto sul proprio sito (quindi "ufficiosamente", si direbbe) il vice ministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, che ha snocciolato una serie di finanziamenti per il recupero dei debiti per un ammontare di 320 milioni di euro. Proprio su questa puntualizzazione la Cgil-scuola svolge un’analisi più precisa, confutando quelle cifre, senza mai citare il vice ministro; analisi (www.flcgil.it), riferita ai fondi del contratto, a quelli della legge finanziaria e della legge sull’obbligo, arrivando ad un totale di "soli" 267 milioni o poco più. La differenza tra quanto prospettato dal ministero e da quanto calcolato dal sindacato è dunque di circa 53 milioni di euro. Dopo aver fatto le pulci ai calcoli ministeriali, il sindacato di Panini conclude invitando il ministero a farsi carico delle differenze con finanziamenti aggiuntivi.
Intanto su questa vicenda dei corsi di
recupero che rischia di accendere una polemica pericolosa, i Cobas
della scuola hanno proclamato sciopero negli istituti superiori per la
prima ora del 29 febbraio per chiedere il ritiro dell’ordinanza
ministeriale n. 92 che li regolamenta. |