I prof precari ai partiti: di A.G. La Tecnica della Scuola del 21.2.2008. I docenti non di ruolo sono convinti che i loro grandi numeri non possono lasciare indifferente la classe politica che intende vincere le elezioni: voteremo - fanno sapere - considerando gli impegni presi dalle forze politiche. I docenti precari della scuola scendono in campo nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile rivolgendo alla classe politica le loro richieste: rilancio della scuola pubblica, conferma del piano triennale di 150.000 assunzioni, attivazione di almeno un’altra tornata di immissioni in ruolo e mantenimento delle attuali graduatorie fino al loro totale esaurimento. Il 20 febbraio i ‘Comitati insegnanti precari’ hanno presentato un documento nel quale, a differenza delle altre vigilie elettorali, si limitano ad indicare gli obiettivi più rilevanti rimandando le altre questioni al confronto diretto con il nuovo Governo: una scelta indicata dalla "prospettiva - fanno sapere - di una maggiore semplificazione della proposta politica". Le priorità del direttivo dei Cip passano per il "rilancio del ruolo baricentrico della scuola statale nel sistema dell’istruzione pubblica nazionale, mediante la rinuncia della politica dei tagli, di tempo scuola, risorse, classi e cattedre, e la stabilizzazione del personale docente attualmente impiegato in regime di precarietà". I ‘Comitati docenti precari’ chiedono, inoltre, "l’attuazione integrale del piano di assunzione di 150.000 docenti precari previsto dalla legge finanziaria 2007 e il mantenimento del blocco delle “graduatorie ad esaurimento” fino al loro completo svuotamento, da compiersi mediante l’attuazione di un ulteriore piano di assunzioni così da cancellare dalla scuola italiana la precarietà lavorativa e, di conseguenza, quella didattica che da sempre penalizza le aree geografiche e sociali più svantaggiate del Paese". I docenti non di ruolo sono convinti che i loro grandi numeri non possono lasciare indifferente la classe politica che intende vincere le elezioni. "Nelle graduatorie ad esaurimento – sostiene Brunello Arboreo, in rappresentanza delle associazioni Cipna (Comitato Insegnanti precari Non Abilitati), Comitato ruolo per il sostegno, Forum precariSalerno, Forum precariscuola, Orgoglio precario, Blog precariaMente- sono presenti circa 300 mila precari che con il loro voto, unito a quello dei loro familiari ed amici, decideranno l'esito delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile". Per Arborio (secondo cui è fondamentale il rispetto delle 150.000 immissioni e il mantenimento delle attuali graduatorie ad esaurimento per almeno il 50% delle future immissioni in ruolo) non vi sono dubbi: "i docenti precari voteranno considerando gli impegni presi dalle forze politiche". In effetti il “popolo” di docenti non di ruolo vanta non solo mega-graduatorie, la cui entità è stata di recente confermata dal Ministero della pubblica istruzione attraverso la pubblicazione dei dati ufficiali relativi al numero record di iscritti, ma anche ai tantissimi lavoratori che periodicamente vengono assunti a scuole e poi decadono dall’incarico.
All’inizio di ogni anno scolastico sono, infatti,
almeno 100-120 mila gli insegnanti precari a cui viene fatto un
contratto fino al termine delle lezioni (31 agosto) o dell’anno
scolastico (30 giugno). Bisogna poi considerare le altre centinaia di
migliaia di supplenze che ogni scuola realizza durante l’anno per le
cosiddette supplenze brevi (per maternità, per malattia e tutte quelle
di tipo temporaneo). E non si possono nemmeno dimenticare i 70 mila
lavoratori appartenenti al personale Ata. Considerando che due anni
fa, alle ultime elezioni, furono decisivi pochi più di 20 mila
(peraltro contestatissimi) voti, qualora anche stavolta si
prospettasse un risultato in equilibrio il mondo della scuola potrebbe
davvero ergersi ad ago della bilancia. |