SCELTE DI STUDIO DEI RAGAZZI DOPO LE MEDIE
Liceo fuori moda
i professionali piacciono di più.
D’Ottavio propone di posticipare l’anno
scolastico al 20 settembre
Maria Teresa Martinengo, La Stampa del
13.2.2008
TORINO
Non si tornerà il primo ottobre, giorno che per generazioni di
studenti ha significato la vera fine delle vacanze. Ma è quanto mai
possibile che il prossimo anno le scuole - superiori, almeno - partano
in netto ritardo rispetto al 2007/2008. «Venti settembre», dice
convinto l’assessore all’Istruzione della Provincia Umberto D’Ottavio.
«L’anno deve iniziare dopo - spiega - perché le scuole possano avere
il tempo di fare le verifiche dei debiti formativi e i relativi
scrutini. Anticipare queste operazioni non ha senso: i ragazzi devono
poter studiare e recuperare». Poiché prove e scrutini finali si
terranno a cavallo tra agosto e settembre, in un periodo in cui le
scuole sono di fronte a mille incombenze, «proporremo alla Regione -
dice D’Ottavio - di aprire il calendario il 20 settembre. Purtroppo si
tornerà a un inizio d’anno differenziato».
La richiesta di un po’ di respiro prima dell’avvio delle lezioni è
arrivata anche al direttore scolastico regionale Francesco De Sanctis.
«Nei 15 incontri che ho avuto con i dirigenti scolastici del Piemonte,
l’esigenza di contare su due-tre giorni in più - spiega - è stata
sottolineata a più riprese». E l’assessore regionale all’Istruzione?
«La proposta di posticipare va studiata - dice Gianna Pentenero - e lo
faremo dai prossimi giorni, quando si insedierà il tavolo di
consultazione tra tutte le parti in causa. A metà marzo il calendario
potrebbe essere pronto, ma non mi sento di ipotizzare una data
d’inizio. Voglio comunque salvaguardare l’esigenza espressa dalle
famiglie negli ultimi anni di avere una data unica, blindata». No
dunque ai bambini in classe l’8 settembre e i fratelli maggiori una
settimana dopo.
Ieri, intanto, la Direzione Scolastica del Piemonte ha diffuso i primi
dati sulle iscrizioni alle classi prime delle scuole superiori. Il
campione si riferisce a 200 istituti su 303, pari al 66% del totale.
«Da questi dati, certo non definitivi, si rileva un leggero calo dei
licei, del classico in particolare, e un sensibile aumento di consensi
- osserva Francesco De Sanctis - per gli istituti tecnici, commerciali
in particolare. Un segno che l’innovazione dei programmi ha avuto
successo e che l’impegno per la rivalutazione dell’istruzione tecnica
comincia a dare risultati».
A Torino l’istruzione tecnica avanza dell’1,58%, mentre l’istruzione
liceale e quella professionale perdono lo 0,78% (la formazione
professionale scende dell’1,98%, risultato dell’innalzamento
dell’obbligo a 16 anni). In pratica i licei passano dal 42% al 41%
delle preferenze (il classico perde lo 0,47%, lo scientifico solo lo
0,17%), gli istituti tecnici dal 29% al 30%, i professionali dal 20%
al 19,5%. Il vero successo è degli Itc, i ragionieri riveduti e
corretti in chiave informatica: avanzano dell’1,10%.