L’Italia delle disuguaglianze.
da
Tuttoscuola, 11 febbraio 2008
Le ricerche comparative internazionali, con tutti i loro limiti, sono
un buon indicatore non solo della qualità media della preparazione dei
nostri allievi, ma anche dei dislivelli che si registrano tra scuola e
scuola e, a parità di tipo di scuola, tra le diverse zone del Paese.
Per il primo aspetto sono interessanti gli elementi emersi la scorsa
settimana a Milano in un convegno svoltosi presso il Museo della
Scienza e della Tecnica. Dai dati disaggregati a livello regionale
della ricerca OCSE-PISA 2006 sulle competenze dei quindicenni in campo
scientifico risulta che la Lombardia ottiene 499 punti in scienze, un
risultato in linea con i paesi Ocse e con il Nord ovest (501 punti), e
decisamente superiore alla media italiana di 475 punti. Ma mentre gli
studenti lombardi dei licei e degli istituti tecnici hanno prestazioni
che superano ampiamente la media Ocse (pari a 500 per le scienze, 498
per la matematica e a 492 per la lettura), quelli degli istituti
professionali si collocano molto al di sotto della stessa media (435
per la lettura, 437 per la matematica, 453 per le scienze).
E la situazione è ancora peggiore per gli alunni dei centri di
formazione professionale, che raggiungono solo 356 punti per la
lettura, 374 per la matematica e 376 per le scienze.
Gli studenti quindicenni del Friuli Venezia Giulia sono a loro volta
addirittura secondi al mondo (dopo quelli finlandesi) in scienze, e
terzi in matematica e lettura, dopo la Finlandia e il Canada. Ma in
questo caso il dato preso in considerazione è quello medio. "Il merito
è anche di Amministrazioni pubbliche come quella regionale" - ha
commentato l’assessore all’istruzione Antonaz - "che aiuta le famiglie
meno abbienti e, unica in Italia, sostiene anche le singole realtà
scolastiche". Considerazioni analoghe si sentono fare anche nelle
Province autonome di Trento e Bolzano, dove gli studenti hanno
egualmente ottenuto buoni risultati medi.
La domanda è: riconosciuti i meriti delle Amministrazioni locali più
efficaci ed efficienti, che cosa si può, o si deve fare per garantire
un livello di qualità uniforme su tutto il territorio? Dare attuazione
al nuovo quadro di competenze definito dalla riforma del Titolo V, con
la ricomposizione delle funzioni, che vuol dire preoccuparsi non tanto
della divisione delle competenze tra i diversi soggetti istituzionali
(stato, regioni, autonomie locali, istituzioni scolastiche), quanto
della loro capacità di cooperare.