LA POLEMICA SUI CALENDARI SCOLASTICI
La scuola fa i conti coi debiti.
Torna l’esame di riparazione: stanziati 200
milioni di euro per i corsi di recupero
Maria Teresa Martinengo, La Stampa del
20.2.2008
TORINO
Per la scuola superiore arriva una boccata d’ossigeno da 200 milioni
di euro tutti destinati ai corsi per il recupero dei debiti. Si sono
concluse infatti le trattative, conseguenti la firma del contratto
nazionale, sul finanziamento del «fondo dell’istituzione scolastica».
E sono stati fissati i parametri in base ai quali le scuole
riceveranno le risorse che servono a pagare tutte le attività
aggiuntive rispetto all’orario standard dei dipendenti. Tutte le
attività comprese quelle, appunto, sulle quali c’è da mesi massima
attenzione e grande nervosismo: i corsi di matematica, latino, lingue
straniere, italiano, ma anche meccanica o elettrotecnica o cucina, che
ai docenti che accetteranno di svolgerli saranno retribuiti con 50
euro lordi l’ora.
I nuovi parametri per la costituzione del fondo sono: 4.157 euro per
ogni sede (una scuola con sede centrale e due succursali
moltiplicherà, insomma, la cifra per tre), 802 euro lordi per ogni
dipendente, infine 577 euro per ogni docente nelle scuole superiori.
In totale, oltre un miliardo e 600 milioni di euro, circa il 20% in
più rispetto al budget del 2007.
Ed è dai 577 euro per docente che deriva il grosso dell’incremento per
il 2008 (assieme ad altri 90 milioni lordi del dl 159/2007), i 200
milioni che smorzeranno almeno in parte i timori e le polemiche che
hanno avvelenato la prima parte dell’anno di licei, istituti tecnici e
professionali affollati di studenti «insufficienti», quel 36% di
popolazione scolastica per la quale il ministro Fioroni ha deciso
«tolleranza zero». Visti più nel dettaglio, gli «indebitati» diventano
il 41% negli istituti professionali, il 39% nell’istruzione artistica
e tecnica, il 28% nei licei classici e scientifici. In testa per
necessità di recupero in ogni tipo di scuola, scientifico compreso,
c’è matematica, seguita dalla lingua straniera.
Ma che cosa cambierà in concreto l’immissione di risorse? In primo
luogo consentirà di programmare senza ansie i recuperi successivi agli
scrutini di giugno. Poi, fin dal settembre prossimo, le attività di
sostegno per il 2008/2009. Anche perché l’obiettivo del «ritorno
all’antico» voluto dal ministro uscente non è «l’esame di
riparazione», ma il rinforzo «in corso d’anno». Con una prova
d’appello a fine estate per chi può ancora ragionevolmente sperare,
con i corsi di giugno-luglio e l’impegno durante le vacanze, di
rimettersi al passo. Un meccanismo che in molti sperano comunque possa
essere ritoccato e migliorato: oggi i corsi di recupero delle
insufficienze del primo quadrimestre sono partiti o stanno partendo,
ma - come scrivono ragazzi e docenti nei blog studenteschi e sindacali
- il rischio è che per stare a scuola due-tre pomeriggi oltre l’orario
molti di coloro che hanno più materie sotto il 6 non riescano a tener
dietro al programma che, nel frattempo, di mattina procede.
«Il 20% di risorse in più è un elemento di tranquillità - commenta il
professor Salvatore Iuvara, preside dello storico liceo classico
torinese D’Azeglio -, anche se nelle scuole continua l’incertezza
legata alla programmazione dei corsi estivi. Dovremo fare i conti, in
tutti i sensi, con i risultati finali ottenuti dagli studenti. E sarà
diverso avere il 5% o il 30% con i “conti in sospeso”». Dal suo
osservatorio, il preside del D’Azeglio ha la percezione di un vero
ritorno al passato, ad una logica da «esame di riparazione». «Certo, è
giusto che oggi, a differenza che in passato, la scuola sia chiamata
ad assumersi le sue responsabilità, a prescindere dall’impegno degli
studenti. Certo, l’impressione è che quest’anno aumenterà sia il
numero dei promossi sia, nonostante i corsi, quello dei bocciati».