Il consiglio europeo conferma
il nostro cattivo posizionamento.
da
Tuttoscuola, 20 febbraio 2008
I dati critici della scuola italiana
nel confronto europeo erano già noti da tempo e anche il Quaderno
bianco del settembre scorso e il Rapporto sulla qualità di Tuttoscuola
li avevano messi impietosamente in evidenza. Tuttavia, ritrovarseli
ufficialmente confermati dal Consiglio europeo dei ministri
dell’istruzione, riunito a Bruxelles nei giorni scorsi, non ha fatto
certamente piacere, soprattutto al vice ministro Bastico che ha
partecipato in rappresentanza del Governo italiano.
Rispetto ad alcuni anni fa, l’Italia ha fatto progressi in quasi tutti
i campi, ma con miglioramenti insufficienti per porsi nella media
europea.
Sul sito personale della Bastico (www.bastico.it),
oltre al commento non certamente euforico del vice ministro, viene
riportata una sintesi dei principali dati relativi all’Europa dei 27
Stati membri.
Tra il 2000 e il 2006 la percentuale di giovani che, dopo la licenza
media, non proseguono gli studi è passata, in Italia, dal 25,3% al
20,8% con un miglioramento significativo che colloca comunque il
nostro Paese lontano dalla media UE che nel 2006 è stata del 15,3%.
Vicine a questa media europea sono risultate le ragazze con il 17,3%,
mentre i maschi, dopo la licenza media, non proseguono in alcun
percorso formativo nella percentuale del 24,3%.
In Italia termina il corso di istruzione con il conseguimento del
diploma il 75,5% (la media UE è del 77,8%), con le ragazze che fanno
meglio dei maschi (una situazione comune agli altri Paesi europei)
distanziandoli di 6 punti in percentuale (80,7% contro 74,8%).
La dispersione scolastica nelle scuole italiane, confermata dalla
crudezza delle cifre, chiede al Parlamento che uscirà dalle urne ad
aprile di affrontare questa questione come una delle priorità del
sistema Paese per contribuire allo sviluppo economico e sociale
attraverso il miglioramento generalizzato dei livelli di competenza
dei giovani.