La partita si gioca
sulla qualità della spesa

da Tuttoscuola, 27 dicembre 2008

Fino a poco tempo fa il confronto e lo scontro a livello politico e culturale si sono sviluppati in Italia essenzialmente sui modelli di riforma, e sulle idee guida che li ispiravano. Basti pensare all'impianto unitario della scuola di Berlinguer e a quello binario della Moratti, alle polemiche sulle modalità di adempimento dell'obbligo di istruzione prolungato, alle accese discussioni sulla riforma dell'istruzione secondaria superiore, alle querelles sulla scuola non statale (che fecero cadere perfino un governo nel 1966), sul tempo pieno, e così via.

In questi ultimi anni però, e per la verità non solo in Italia, l'attenzione degli esperti, e soprattutto quella dei governanti, si è andata sempre più spostando dalla dimensione pedagogica e culturale a quella organizzativa ed economica. Non è senza significato, per restare all'interno dei nostri confini, che si siano notevolmente sviluppati gli studi di economia dell'istruzione, e che il più importane documento di analisi istituzionale della spesa dell'istruzione - il "Quaderno bianco sulla scuola" del settembre 2007 - sia stato elaborato in collaborazione tra i Ministri dell'istruzione e dell'economia del governo di centro-sinistra Prodi-Padoa Schioppa per essere "ereditato" e per molti aspetti attuato da quello di centro-destra Berlusconi-Tremonti.

A questo proposito osservazioni molto interessanti e documentate si trovano in un articolo a firma di Massimo Bordignon, membro della Commissione tecnica sulla spesa pubblica presso il ministero del Tesoro, apparso nell'ultimo numero del periodico on-line www.lavoce.info.it. Secondo l'autorevole studioso, che si avvale di numerose fonti internazionali (soprattutto OCSE), è "illusorio" pensare che si possa spendere in Italia più di quanto già si spende per l'istruzione. Ma "eliminando le numerose inefficienze gestionali e organizzative del servizio, che producono un elevato rapporto docenti studenti, si potrebbero risparmiare fondi da reinvestire nell'istruzione", con costi sociali limitati. Una tesi che, come i lettori di Tuttoscuola sanno, è sviluppata da tempo anche dalla nostra rivista con indagini e dossier pubblicati nel nostro sito www.tuttoscuola.com .