Finanziamenti alle scuole paritarie/1. da Tuttoscuola, 9 dicembre 2008 Nel giro di poche ore il taglio di 130 milioni alle scuole paritarie è stato parzialmente annullato da un emendamento presentato dal governo al testo della Finanziaria, in discussione presso la commissione Bilancio del Senato. Il provvedimento, approvato dalla Commissione, andrà in aula da martedì 9 dicembre per poi tornare alla Camera per la terza lettura. Dopo la clamorosa protesta del direttore dell'Ufficio nazionale per l'educazione della Cei (Conferenza episcopale italiana), Bruno Stenco, che aveva rimproverato al ministro Tremonti di essere recidivo in materia di tagli alla scuola paritaria ("Guarda caso nel 2008 ripete la stessa manovra del 2004: taglia per tre anni consecutivi 130 milioni di euro alla scuola cattolica". "Mettere le scuole paritarie nel capitolo degli sprechi da tagliare è inconcepibile"), il governo ha presentato in extremis il citato emendamento in commissione Bilancio. Non lo ha tuttavia finalizzato esplicitamente al finanziamento delle scuole paritarie, destinandolo invece genericamente alla scuola nel suo insieme. Spetterà al ministro Gelmini di ripartire la somma (120 milioni), in accordo con i ministri dell'economia Tremonti e degli affari regionali Fitto, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge. E' probabile che gran parte, se non tutta la somma, venga destinata al finanziamento delle scuole paritarie, essenzialmente di quelle dell'infanzia, i cui gestori nei giorni scorsi avevano minacciato la chiusura delle scuole.
Il Partito democratico, per bocca del ministro ombra Maria Pia Garavaglia e di altri suoi esponenti, aveva chiesto insistentemente, nelle scorse settimane, che i 130 milioni tagliati alle scuole paritarie fossero integralmente ripristinati. Perciò l'emendamento che ne reintegra solo 120, e senza neppure destinarli esclusivamente alle scuole paritarie, lascia insoddisfatti i parlamentari del PD che più si erano impegnati per il pieno ripristino (ma che comunque in commissione hanno votato a favore dell'emendamento). Il senatore Giovanni Legnini lamenta che sia stata data al governo piena discrezionalità nell'utilizzazione dei 120 milioni, mentre l'ex sottosegretario alla P.I. Mariangela Bastico, ora ministro ombra del PD per gli Affari regionali, attacca il metodo e sostiene che si è fatto comunque troppo poco: il governo, sostiene Bastico, "fa il gioco delle tre carte. I 120 milioni approvati oggi sono del tutto inadeguati in quanto non ripristinano il taglio di oltre 132 milioni sulle scuole paritarie e non toccano neppure lontanamente i tagli di 456 milioni sulle scuole statali". Analoghe le critiche che provengono dall'ex ministro Giuseppe Fioroni.
Questo coro di
proteste pro scuole paritarie targate PD ha finito però per
suscitare dubbi e contrarietà nell'ala più laica del partito di
Veltroni, in particolare tra gli intellettuali di provenienza ex
diessina. Se ne è fatta interprete Miriam Mafai con un articolo in
prima pagina sulla Repubblica di sabato scorso ("Costituzione
dimenticata"). Citando le dichiarazioni pro scuole paritarie di
Maria Pia Garavaglia e Antonio Rusconi (capogruppo del PD in
commissione istruzione al Senato, ex Margherita) Mafai si chiede:
"Ma è davvero questa, in materia scolastica, la posizione del PD? E
se sì, in quale sede è stata presa questa decisione? E' giusto
chiederselo, è indispensabile saperlo". E conclude con un
interrogativo, non nuovo sulle colonne di Repubblica: "Per
rispondere alle esigenze delle scuole cattoliche butteremo alle
ortiche l'articolo 33 della Costituzione?". |