Il Consiglio di stato dà torto al Tar
e rimette in lista i docenti.

 ItaliaOggi del 22.4.2008

 

I docenti che avevano conseguito a suo tempo i titoli abilitanti, previsti dal decreto 85/05, non potranno più avvalersi del diritto all'inserimento a pieno titolo. E dovranno accontentarsi nuovamente dell'inclusione con riserva.Lo ha stabilito il Consiglio di stato (1957/98, VI sezione) che ha sospeso l'efficacia di una sentenza del Tar Lazio, con la quale veniva disposto affinché venisse agevolato l'inserimento a pieno titolo nelle graduatorie a esaurimento di un gruppo di docenti (si veda la nota 09/6343/B/4 del 15 aprile scorso). Docenti che hanno conseguito l'abilitazione in tempo per l'inclusione in elenco, ma per effetto di un provvedimento ministeriale rischiavano di non poterla conseguire.
L'amministrazione, infatti, aveva previsto l'inclusione con riserva di tutti gli aspiranti che avevano frequentato i corsi del decreto 85/05, ritardando gli esami abilitanti anche negli atenei dove avrebbero fatto in tempo a concludere le procedure in tempo per il rinnovo delle graduatorie. Ciò in quanto i corsi non avrebbero potuto avere termine in tutte le province in tempo per l'inclusione a pieno titolo. E dunque, per evitare che solo alcuni potessero far valere il titolo, era stato disposto che tale inclusione dovesse avvenire a seguito di un ulteriore provvedimento ministeriale. E nel frattempo, tutti gli aspiranti si sarebbero dovuti accontentare dell'inclusione con riserva.I docenti che avrebbero fatto in tempo a conseguire il titolo abilitante, però, non si erano rassegnati. Anche perché l'inclusione con riserva non consente la possibilità di far valere l'abilitazione ai fini delle assunzioni. E quindi si erano risolti a esperire l'azione giudiziale. E in prima istanza erano riusciti a ottenere una pronuncia favorevole da parte del Tar del Lazio (708/08). Secondo i giudici di primo grado, infatti, «i ritardi di alcuni corsi non possono risolversi in un pregiudizio anche di chi ha frequentato i corsi che si sono svolti con maggiore tempestività». E quindi avevano annullato i provvedimenti che avevano bloccato gli esami e, di conseguenza, anche l'inclusione a pieno titolo. L'amministrazione, però, aveva impugnato la sentenza in appello e il Consiglio di stato, l'8 aprile scorso, ha sospeso la sentenza del Tar. Insomma, punto e a capo. Sempre che non si vada al giudizio di merito. Nel qual caso, la palla tornerà al Tar Lazio e poi di nuovo al Consiglio di stato.