PARLA VINCENZO VIOLA, INSEGNATE DEL LICEO CARDUCCI DI MILANO

«Dopo 40 anni stipendio a 1800 euro».

La denuncia: «Non si è mai considerato l'insegnante come una risorsa.
Il nostro curriculum è carta straccia»

Ambra Craighero Il Corriere della Sera del 23.4.2008

MILANO – Vincenzo Viola è uno storico insegnate del Liceo Carducci di Milano. Lo incontriamo a ai Bastioni di Porta Venezia a due passi dal «suo» liceo. È un via vai di saluti, di persone che si fermano a scambiare due battute con il docente della porta accanto. Le larghe spalle hanno sorretto 40 anni di insegnamento vissute come una sfida da rifare assolutamente. «Per me insegnare significa vita, conoscenza, saper trasmettere nozioni ed emozioni ai ragazzi, anche se adesso qualcuno dei miei ex studenti ha qualche capello grigio». Viola è in parte l'oracolo della storia scolastica italiana. È passato attraverso la grande riforma della scuola del 1963 quella che ha trasformato la scuola d'elite in scuola di massa. Erano i tempi delle conquiste sociali. Ma non solo, ha visto tutte le riforme e in ultimo anche l'istituzione della Ssis.

MAI UN GIORNO DA PRECARIO - «Nel 1970 quando ho vinto il concorso erano altri tempi – racconta Viola -. A 25 anni ero insegnate di ruolo e dopo un solo giorno si è liberato il posto per poter insegnare al Carducci. Non ho mai fatto un giorno di precariato perché in quegli anni eravamo pochi docenti, non come adesso che non sanno più dove metterli». Ma non sono state solo rose e fiori, anche in quel periodo la scuola era già un serbatoio di problemi irrisolti. «Dal 1800 ad oggi l'unico criterio per lo sviluppo della carriera scolastica è l'anzianità - sottolinea il docente -. Non si è mai considerato l'insegnante come una risorsa. Il nostro curriculum è carta straccia».

«NESSUNO CI PUÒ GIUDICARE» - Ma non è solo il metodo dell'avanzamento della carriera a risultare discutibile. C'è anche la profonda amarezza di fronte al potere contrattuale delle 8/10 sigle sindacali del mondo scolastico. «I sindacati nel corso del tempo hanno soltanto pensato agli interessi corporativi. Non hanno mai esaminato il problema dell'insegnamento confrontandosi con altre realtà europee – dice ancora Viola – e nel contempo gli insegnanti italiani non si sono mai voluti allineare a degli standard competitivi. Il motto per molti è: "nessuno mi può giudicare". L'Italia è l'unico Paese che non ha mai fatto corsi di aggiornamento seri e obbligatori perché non esiste una legge in merito. È anche colpa nostra se siamo arrivati a questo punto, bisognerebbe farsi un esame di coscienza».

«DOPO 40 ANNI 1800 EURO» - Anche la Ssis e il problema dei giovani precari attuali passano attraverso gli errori del passato. «Per parlare della Ssis occorre guardarsi indietro, perché la scuola di specializzazione è una toppa a una voragine senza fine – spiega Viola – e io lo posso dire, dal momento che fino a oggi, a partire dal 1998 ho accolto ben 15 tirocinanti. Restano con me tre mesi, prendono appunti e si devono appellare alla ruota della fortuna. Dopo 40 anni e lo dico con grande sconforto, il mio stipendio è di 1800 euro, solo che la scuola continua a essere un grande contenitore di disoccupazione intellettuale aperta a tutti».