L'intervista
Andreas Schleicher, responsabile per l'Ocse del programma Pisa.

Un anno di scuola vale il 3-6% di pil.

  da ItaliaOggi del 15.4.2008

 

Per un sistema a crescita zero come il nostro sapere come ci piazziamo nel mercato della conoscenza del futuro ha un significato strategico.

Ce ne parla Andreas Schleicher, responsabile per l'Ocse del programma Pisa che valuta ogni tre anni le competenze di lettura, scienze e matematica degli studenti di 15 anni.

Domanda. La formazione è più un costo o un investimento?

Risposta. Un titolo universitario determina ritorni economici individuali fino al 22,6%. Nei paesi Ocse il tasso di rendimento medio della laurea sul salario è dell'8% superiore rispetto al diploma. Ma anche innalzando solamente l'istruzione obbligatoria le economie ne traggono beneficio.

Mentre salgono i livelli di abilità generali e trasversali degli studenti, il pil aumenta tra il 3 e il 6% per ogni anno in più di istruzione obbligatoria. Ma deve far riflettere questo: nonostante la massificazione della formazione universitaria gli stipendi dei laureati continuano a crescere; segno che la domanda di alte qualifiche aumenta più velocemente dell'offerta.

D. Gli alunni italiani che oggi hanno 15 anni domani attrarranno investitori?

R. Oggi no, non direi, domani forse. In un primo momento la globalizzazione ha costretto paesi come l'Italia alle corde della competizione con realtà dalla manodopera a basso costo ma che oggi competono a costi sempre più bassi e con persone sempre più qualificate.

L'Italia deve cambiare e ingaggiare la sfida dell'eccellenza, altrimenti, come è capitato nel secolo scorso a paesi come per esempio l'Albania, rimasti fermi e avvitati sulle tradizioni, si rischiano stagnazioni nell'economia e un generalizzato peggioramento della qualità della vita.

D. Che effetti ha la valutazione internazionale degli apprendimenti?

R. La valutazione offrirà ai decisori politici una gamma di informazioni utili per il buon governo del capitale umano.

In questo senso la valutazione aumenterà la comprensione dell'efficacia dei sistemi di formazione e di istruzione nello sviluppare conoscenza ma chiuderà anche a chiave l'epoca del lavoro generico e di concetto.