I luoghi più a rischio infortuni? di A. G. La Tecnica della Scuola del 15.4.2008. Più pericolosi i luoghi dove la soglia di concentrazione è più bassa: appena il 20% degli incidenti avverrebbe sul lavoro o in strada. E’ quanto risulta dal rapporto sugli infortuni nell'Unione europea "Injuries in the European Union - Statistics summary 2003-2005", nel quale sono riportati dati e statistiche raccolte in 27 Paesi membri. E’ molto più pericoloso stare nelle mura domestiche, in quelle scolastiche e fare sport piuttosto che viaggiare in auto o lavorare: è quanto risulta dal rapporto sugli infortuni nell'Unione europea "Injuries in the European Union - Statistics summary 2003-2005", nel quale sono riportati dati e statistiche raccolte in 27 Paesi membri. In assoluto i luoghi più a rischio infortuni, che rappresentano la quarta principale causa di morte nell'Ue, risultano quelli in cui la soglia di concentrazione è più bassa proprio perché inconsciamente ritenuti più sicuri: secondo lo studio solo poco più del 20% degli incidenti avverrebbe invece sul lavoro o in strada. Al punto che le categorie più colpite risultano gli anziani e i bambini, cioè coloro che trascorrono più tempo a casa. Ma anche all’aria aperta per fare sport, con il calcio che risulta in cima alle attività fisiche più pericolose. Se procurarsi un infortunio di gioco è però nella logica delle cose, altrettanto non si può dire quando l’incidente avviene a casa o a scuola. "Gli incidenti domestici - si legge nel rapporto Ue - uccidono il doppio di quelli stradali e dieci volte di più degli incidenti sul posto di lavoro. Il problema riguarda da vicino soprattutto i bambini e gli anziani che trascorrono molto tempo a casa. Bagni, scale e cucine sono le stanze meno sicure. Secondo le previsioni, nel futuro la situazione peggiorerà a causa dell'innalzamento dell'età demografica". Nell'Unione Europea a 27, ogni due minuti muore una persona a causa di un incidente: il Paese con il maggior numero di vittime di incidenti fatali è risultato essere la Lituania, mentre al lato opposto si trovano i Paesi Bassi, con un numero di vittime 4 volte inferiore. ”Si stima che più di 100 mila vite potrebbero essere salvate ogni anno – continua il rapporto - se ogni nazione dell'Ue a 27 riducesse la mortalità dovuta agli incidenti ai livelli dei Paesi Bassi. Solo in Italia si contano 26.500 morti per incidente l'anno. Per quanto riguarda gli incidenti non mortali, in Europa si calcola che 60 milioni di persone ricevano ogni anno cure mediche a causa di incidenti. Di queste, più di 7 milioni vengono ricoverate in ospedale: in pratica 19 mila persone al giorno. La degenza media è di 8 giorni, per un costo ospedaliero complessivo di 15 miliardi. Ma se si aggiungono costi indiretti dovuti al lavoro perso, assicurazioni e altro, la spesa totale risulta molto maggiore.
Costi a parte, un primo passo importante per ridurre
il numero di incidenti è rappresentato dall’applicazione della
normativa vigente sulla sicurezza: ad iniziare dalle scuole, dove in
Italia per legge le Rsu devono designare un rappresentante tra i
lavoratori a cui affidare questo delicato ruolo. Spesso, però,
all’affidamento non corrisponde un reale lavoro di verifica e
prevenzione. |