il peso del cuneo fiscale sugli stipendi. da Tuttoscuola, 30 aprile 2008 Una vignetta di questi giorni pubblicata da un organo di stampa nazionale recitava più o meno così: "Diminuire le tasse e aumentare i salari. Speriamo che non facciano confusione come al solito". Il segretario della Uil-scuola ha chiesto una politica fiscale che riduca le tasse sul lavoro. Salari più pesanti e tasse più leggere, dunque. Come non pensare all'obiettivo del cuneo fiscale del programma elettorale dell'Unione del 2006 e parzialmente avviato con la Finanziaria 2007? I pubblici dipendenti non erano stati compresi in quella manovra, ma ciò non toglie che anche per loro, insegnanti compresi, si possa prevedere, ad invarianza di retribuzione, un alleggerimento delle ritenute previdenziali e/o fiscali che determinerebbe un aumento dello stipendio in busta paga. Gli insegnanti statali italiani quanto lasciano oggi al fisco e allo Stato per ritenute previdenziali e fiscali sulla propria busta paga? Non poco ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_341-1.doc ). Si va infatti da un minimo del 29% (docente elementare con stipendio iniziale) ad un massimo di quasi il 35% per un professore di scuola superiore al termine della carriera. Sullo stipendio lordo mensile di poco superiore a 1.700 euro, un docente di scuola primaria o materna all'inizio della carriera si vede alleggerita la busta paga di quasi 500 euro al mese. Va peggio per un professore con 35 anni di servizio che da un lordo mensile di quasi 2.900 euro perde più di mille euro. Un dirigente scolastico al termine della carriera, con un lordo mensile di 5.232 euro, lascia per contributi previdenziali e ritenute erariali circa 2.300 euro al mese: il 44%.
Per aumentare gli stipendi, senza ricorrere al contratto, basterebbe
ridurre il peso dei contributi previdenziali che oggi incidono per
circa l'11-12% sulla busta paga. |